Incontro tecnico sulla batteriosi dell’actinidia
E’ l’incubo dei frutticoltori e non solo. Tutta la filiera frutta fresca e l’indotto di un intero territorio sono in apprensione per la diffusione di una malattia, che dall’inizio dell’anno ha già distrutto 280 ettari. L’estate calda e asciutta ha ostacolato la diffusione del batterio ma il momento critico si ripresenta ora. Con il freddo e la pioggia, il batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae penetra nei rami attraverso le cicatrici di distacco delle foglie e più avanti anche dalle microlesioni provocate dal gelo. Alla ripresa vegetativa le piante infettate non riusciranno a germogliare. Quando si vedono i sintomi a primavera (la pianta non riesce più a germogliare, affogando in vistose colate di linfa), è troppo tardi per intervenire. Il controllo della malattia si decide ora e nei prossimi mesi.
Nell’incontro tecnico dell’8 novembre, il gruppo di lavoro costituito dal Servizio fitosanitario regionale, dal CReSO e dall’Università di Torino presenterà le strategie della difesa per i mesi autunnali: momenti di intervento, agrofarmaci, interventi agronomici. Il tutto nasce da un programma di ricerca reso possibile dal contributo che la Fondazione CRT ha messo a disposizione della Regione Piemonte. La ricerca si svolge in laboratorio, in serre climatizzate e in pieno campo. Sono stati allestiti tre siti sperimentali per seguire l’evoluzione delle infezioni e saggiare l’efficacia dei preparati.
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