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Truffa ai danni dell'Unione europea

Sicilia: falsi braccianti per ottenere i contributi. Cinque indagati

Una truffa ai danni dell'Unione europea con l'impiego di falsi braccianti è stata scoperta dalla guardia di finanza che ha denunciato alla Procura cinque imprenditori agrumicoli di Bagheria, Catania e Avola (Siracusa) con l'accusa di aver percepito indebitamente finanziamenti comunitari a sostegno della trasformazione industriale degli agrumi.

Le fiamme gialle hanno constatato che i produttori, dal 2004 al 2008, avevano dichiarato di coltivare numerosi terreni in varie province presentando a un consorzio di Bagheria e a vari enti pubblici documenti attestanti la trasformazione di ingenti quantitativi di agrumi in modo da richiedere gli aiuti previsti dal Fondo europeo di orientamento e garanzia agricola (Feoga).

A tal fine, venivano costituiti falsi contratti di comodato e/o affitto dei terreni per rendere plausibili all'apparenza le grosse quantità di agrumi solo "cartolarmente" conferiti al consorzio. Gli indagati hanno falsificato le firme di ignari proprietari terrieri, sui cui fondi agricoli erano, a loro insaputa, "prodotti" gli agrumi. Dai controlli è emerso che in tal modo sono stati incassati finanziamenti non dovuti per circa 2,5 milioni di euro.

Nel corso della stessa indagine, sono state inoltre individuate responsabilità penali ed erariali a carico di 39 soggetti, assunti in maniera fittizia come "braccianti agricoli", che si sono prestati alla falsa assunzione per permettere agli imprenditori di giustificare l'attività di raccolta dei prodotti ortofrutticoli sui terreni e al tempo stesso intascare indennità di disoccupazione e gli altri sussidi previsti per legge, per complessivi 420 mila euro. I finti lavoratori, per lo più originari di Bagheria e Carini, hanno età che vanno dai 25 ai 65 anni.
Data di pubblicazione: