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Il tempo delle mele Fuji a buon mercato appartiene ormai al passato

Steven Leung, amministratore delegato di Alfa Fruit Packers Ltd ha presentato una relazione durante il recente Asia Fruit Congress di Hong Kong (in concomitanza con Asia Fruit Logistica), nella quale ha analizzato i dati relativi all’export cinese di mele.

La produzione di mele in Cina – primo produttore mondiale con oltre il 44% del totale - è aumentata di 5 milioni di tonnellate negli ultimi cinque anni. Nel 2010, ha raggiunto 32 milioni di tonnellate, esportandone 7,13 mln ton (il 25% del totale). Attualmente in Cina sono operative 650 società di export delle mele.


In figura si può notare come i prezzi d’esportazione della mela Fuji cinese (linea gialla) siano decisamente aumentati in tempi recenti rispetto alla mela Washington (linea rossa) e alle mele cilene (linea verde).

Il 2010 è stato l’anno dei prezzi record: la mela Fuji è cresciuta ulteriormente, i calibri più grandi (64/72/80) hanno raggiunto valori "cost & freight" (compresi i costi di trasporto, doganali e assicurativi) di 40 dollari/20 kg e di 35 dollari per le pezzature piccole (100/113/125).

Le ragioni che hanno contribuito a questo aumento dei prezzi sono da ricondurre a diversi fattori, quali l’apprezzamento in valore della valuta cinese (si veda figura sotto), l’inflazione, il costo del materiale di imballaggio, il costo del lavoro, i costi crescenti degli agricoltori, la speculazione.


Il crollo del rapporto tra dollaro americano e renminbi cinese è la testimonianza dell'apprezzamento valutario di quest'ultimo sul dollaro.

Per quel che riguarda l’inflazione, in Cina l’indice al consumo ha raggiunto un picco triennale del 6,4% nel mese di giugno 2011 e, così come aumenta il prezzo medio dei prodotti alimentari, altrettanto fanno le mele. L'inflazione totale complessiva degli ultimi quattro anni ufficialmente è al 10% annuo, ma in via ufficiosa, soprattutto nelle grandi città, si parla del 15-20% all'anno.

Il costo del materiale di imballaggio, come il PVC, è correlato al prezzo del gas, che è aumentato del 100% negli ultimi cinque anni. Dal 2005, il prezzo della carta è aumentato del 40%. Anche il costo del lavoro è in crescita esponenziale: i lavoratori più giovani affollano le principali città della Cina ed è sempre più difficile assumere giovani nelle aree agricole. Così gli imprenditori, per attirare forza lavoro, devono pagare fino a 23,50 $/giorno per il confezionamento delle mele contro i 4,70 $/giorno del 2006.

Ma, in generale, tutti i costi sostenuti dagli agricoltori sono in crescita. Leung ha ricordato come, dal 2006, i concimi siano aumentati da 188 a 626 $/ton, i prezzi dei fertilizzanti organici del 300% e il gasolio agricolo del 200%.

Per quanto attiene la speculazione, il settore delle mele in Cina ha barriere di accesso molto basse. Chiunque abbia un po' di denaro extra può comprare e commercializzare le mele. Gli stessi contadini speculano, ad esempio trattenendo il prodotto in magazzino quando i prezzi sono bassi. Facilitati in questo dall’aumento di strutture frigorifere e di impianti di stoccaggio ad atmosfera controllata e della disponibilità del noto trattamento SmartFresh per mantenere la freschezza dei frutti.

Qixia è la regione a più alta densità di coltivazione di mele nel mondo - viene chiamata la capitale cinese delle mele - e la sua capacità di frigoconservazione equivale alla produzione totale di mele: nel 2010 ha prodotto 1,2 milioni di tonnellate e ne ha conservati 1,1 milioni. Questo costringe i proprietari delle strutture di refrigerazione a ridurre i prezzi per attirare clienti anche dalle altre regioni produttrici.

Prolungando la freschezza, il sapore e i principi nutritivi delle mele con l’atmosfera controllata e lo Smart Fresh Quality System (che ora costa molto meno), gli speculatori hanno più tempo per ottenere un prezzo migliore e vendere i frutti nei mesi estivi.


Nel grafico, la speculazione conta per il 50% nel trend di rialzo dei prezzi delle mele cinesi.

Per quanto riguarda l'attuale stagione melicola cinese, le varietà precoci, come Gala, Golden Delicious e le rosse in generale hanno subito la pressione da parte della grande quantità di mele Fuji ancora stoccate in magazzino, e collocate sul mercato a qualunque prezzo. Pertanto le quotazioni delle varietà precoci si sono ridotte del 20%. Al momento della raccolta della mela Fuji in ottobre, si disporrà ancora di un enorme quantitativo di frutta frigoconservata nel 2010!

Quali i motivi di questo drastico calo dei prezzi? Innanzitutto, Leung ha ricordato la troppa speculazione: troppa frutta stoccata in celle frigo e una maggior durata di conservazione aumentano la sovrabbondante disponibilità di mele nei mesi estivi.

Inoltre, i frutti a buon mercato provenienti dal Sud della Cina, come il longan (Diomocarpus longan, "occhio di drago"), il lychee e le arance riducono la richiesta di mele. Infine, il valore della valuta cinese rende molto attraente la frutta d'importazione, il che riduce ulteriormente la domanda di mele, e gli speculatori rimangono in attesa della domanda dei mesi estivi, come negli anni precedenti.

In conclusione, secondo Leung, non ci saranno più Fuji cinesi a buon mercato, a causa di vari fattori, oltre alla speculazione, anche se quest’ultima gioca un ruolo importante nel rialzo dei prezzi (vedi grafico sopra).

Con l'economia e la valuta cinese che continuano a crescere, l’export di Fuji dalla Cina diminuirà di anno in anno per via dei prezzi all'esportazione elevati e, a meno che non aumenti il prezzo mondiale delle mele, non c'è davvero alcun futuro per la Fuji cinese sui mercati esteri.