Si racconta che una nobile signora trevigiana di Castelfranco Veneto (provincia di Treviso) nei freddi mesi invernali addobbasse la casa con i radicchi variegati. Non trovava fiori più belli e più gentili. Erano rose invernali. E’ stato così che si incominciò a chiamare il variegato la "rosa di Castelfranco Veneto".
La leggenda popolare dà nobiltà a un radicchio che si impone proprio per la sua venustà, grazia ed armonia. Che viene spesso usato per rallegrare ed abbellire le tavole o angoli di casa. Che è soprattutto buono e delicato.
Dal 1996 è IGP. Il diametro minimo del suo cespo deve essere almeno di 15 centimetri. Ha effettivamente l’aspetto di una rosa; si arriva al suo cuore attraverso giri di foglie che si sviluppano dal ceppo. Sono foglie di colore bianco–crema, caratterizzate da variegature che vanno dal viola chiaro al rosso vivo, distribuite con armonia su tutta la pianta. Una elegante superficie ondulata e il bordo leggermente seghettato. Il sapore è molto gradevole: dal dolce all’amarognolo.
La sua produzione oggi avviene secondo modalità che uniscono tradizione e innovazione. Nelle mostre si impone spesso il prodotto coltivato e lavorato secondo la più stretta tradizione, come quello di Giovanni Bordignon, anziano orticoltore di Castelfranco Veneto, un mietitore di premi. La storia in questi casi ha sempre un grande fascino.
Sul mercato però vince l’innovazione che tuttavia non tradisce storia e criteri produttivi consolidati. Le aziende si sono adeguate con eccellenti risultati. "E’ un prodotto che dà soddisfazione", dice Lucio Torresan di Morgano, azienda nel cuore del Parco del Sile. Il giovane nipote Carlo Torresan con sapienza manuale lavora i cespi, li apre e ne ricava splendide rose che sanno di festa e di terra nobile.
Il variegato di Castelfranco Veneto è coltivato in una cinquantina di comuni delle Province di Treviso, di Padova e di Venezia. E’ un radicchio storicamente trevigiano, ma la maggiore produzione oggi (attorno alle 10.000 tonnellate annue) è in provincia di Padova.
Riprese RAI presso l'Azienda Agricola "Tenuta al parco" di Morgano (Treviso)
Durante le feste natalizie una troupe televisiva della Rai, con l’inviato Paolo Colombatti, è arrivata a Morgano ed a Castelfranco Veneto per raccontarne storia, valore di mercato, aspetti nutrizionali, l’uso che se ne fa in cucina, che è stato illustrato dallo chef Egidio Fior, il "motore" del "Radicchio d’oro", prestigiosa manifestazione con la quale si celebrano all’inizio dell’inverno i radicchi IGP trevigiani.
Il direttore di OPO Veneto Cesare Bellò ha fatto il punto della produzione, quest’anno compromessa in parte dalle piogge. Ha parlato, sotto l’acqua che continuava a cadere, da un campo inzuppato e impraticabile proprio nel momento della raccolta e quando è forte la richiesta del mercato: le feste natalizie e di fine anno.


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