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Consumi alimentari in Italia: il bio corre, ma il convenzionale tira il freno
La rilevazione dell'Istituto, che non include le vendite presso il retail specializzato, conferma per il segmento bio (grocery + ortofrutticolo fresco sfuso) una netta controtendenza rispetto al resto dei prodotti alimentari, che nello stesso periodo hanno subito una flessione del 2%.
A trainare le vendite del biologico, con aumenti compresi tra il 16% e il 20% ed un peso sul totale degli acquisti pari al 16%, è il comparto dei cereali e derivati (pasta, pane e sostituti, biscotti, dolciumi e snack), ad eccezione del riso che cede l'8,5% sui primi dieci mesi dello scorso anno.
Per l'ortofrutta fresca e trasformata, che rappresenta il 22% degli acquisti totali, la crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, è stata del 5,5%, con punte del 76,5% per le melanzane, del 15,2% per le mele e del 11,8% per le zucchine. Le rilevazioni Ismea mostrano, al contrario, riduzioni del 6,4% per i pomodori e del 4,4% per le pere.
Prosegue l'andamento positivo del comparto lattiero caseario, che segna un incremento complessivo della spesa bio dell'11,1% (18,4% il peso sul totale della spesa) grazie in particolare ai maggiori acquisti di latte fresco (+24,3%), burro (+11,7%) e yogurt ( +1,6%).
A contribuire alla crescita sono stati, in questi primi dieci mesi, anche l'olio extravergine (+10,3%) e le uova (+8,1%).
Riguardo all'andamento dei prezzi al dettaglio, Ismea rileva nel mese di ottobre 2010 valori in discesa per i principali prodotti confezionati sia nel confronto su base mensile, sia rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre emergono rincari, in particolare su base annuale, per l'ortofrutta fresca e sfusa.
Data di pubblicazione:
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