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Assobiotec: le biotecnologie sono decisive per il settore agroalimentare

"Le biotecnologie sono decisive per garantire la sopravvivenza dell'immenso patrimonio agroalimentare italiano e rafforzare la competitività del Made in Italy". E' quanto afferma Alessandro Sidoli, il presidente di Assobiotec, l'Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese biotecnologiche, in occasione del Secondo Forum Internazionale sull'Alimentazione e la Nutrizione promosso da Barilla e in corso di svolgimento all'Università Bocconi di Milano.

"Sono certo che il contributo portato dagli importanti e autorevoli relatori presenti al Forum - dichiara Sidoli - metterà in luce per l'ennesima volta il ruolo fondamentale giocato dall'innovazione biotecnologica per assicurare sostenibilità e competitività della filiera agroalimentare italiana. Con la conferma di quanto gli scienziati in tutto il mondo, compresi quelli della FAO e dell'Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (EFSA), ripetono da anni sulla sicurezza di tutte le applicazioni agrobiotecnologiche, OGM compresi, per la salute umana, animale e dell'ambiente".

"Non possiamo più ignorare - continua il presidente dell'Associazione delle imprese biotecnologiche - che una delle cause dell'aumento dei prezzi delle materie prime alimentari è legata proprio all'abbandono della ricerca scientifica sui prodotti agricoli, in grado di condurre alla selezione di specie più produttive e resistenti ai cambiamenti climatici. L'intero Paese deve perciò sentire forte il dovere di non disperdere il nostro immenso patrimonio di ricerca e di innovazione, che rappresenta una chiave fondamentale per assicurare alla nostra economia la capacità di competere e il mantenimento dell'alto tenore di vita raggiunto a beneficio delle giovani generazioni".

"La questione che ha di fronte il nostro Paese - conclude Sidoli - si pone proprio in questi termini: vogliamo favorire la crescita di un'agricoltura innovativa, in grado di competere sui mercati internazionali, o vogliamo rimanere ancorati a un ruolo marginale impegnati in una pura querelle ideologica tra favorevoli e contrari all'impiego delle biotecnologie in agricoltura, mentre grandi Paesi come Brasile, Cina, India crescono proprio grazie all'innovazione biotecnologica? L'Italia importa ogni anno 3 milioni di tonnellate di soia geneticamente modificata. Il 90% dei mangimi presenti sul mercato italiano sono geneticamente modificati e sono già impiegati anche nelle filiere DOP e IGP. Uno studio di Nomisma sul mais italiano presentato recentemente parla chiaro: i margini di manovra affinché l'Italia possa continuare a perseguire un'opzione OGM-free diventeranno sempre più limitati e in questo scenario anche le migliori produzione del Made in Italy saranno a rischio".
Data di pubblicazione: