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Rosarno: quest’anno le arance sono raccolte da lavoratori bulgari

I braccianti bulgari hanno sostituito gli africani nella raccolta delle arance e delle clementine nella Piana di Gioia Tauro. Arrivano direttamente dalla Bulgaria, dove alcuni connazionali che fungono da intermediari hanno diffuso la notizia che c’è lavoro nelle campagne calabresi. L’espulsione di manodopera africana in favore di quella est-europea è la conseguenza della rivolta dello scorso gennaio contro lo sfruttamento e della raffica di arresti seguiti con l’operazione "migrantes" nei confronti di caporali stranieri e agricoltori locali.

In questo momento, i produttori di agrumi preferiscono far lavorare i bulgari, che sono comunitari e non necessitano del permesso di soggiorno. Con gli africani temono di incorrere nel reato penale di sfruttamento o favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Da anni i bulgari lavorano nella raccolta delle arance a Rosarno, ma sono stati sempre in numero inferiore rispetto agli africani. Quest’anno sono aumentati e diverse centinaia di loro vivono nel comune di San Ferdinando, una ex frazione di Rosarno, ora diventata municipalità autonoma.

I braccianti bulgari vivono lavorano otto ore al giorno nei campi, con paghe che si aggirano sui 28-30 euro al giorno. Il sistema di reclutamento della manodopera attraverso il caporalato è ancora molto presente nella Piana di Gioia Tauro. Alcuni produttori locali segnalano che ogni due-tre giorni si presenta in azienda qualche caporale bulgaro a chiedere se serve una squadra di braccianti per le arance.

Per gli africani invece la situazione è peggiorata rispetto all’anno scorso. Lavoratori di pelle nera si incrociano ancora andando in giro per le vie di Rosarno. Ma per loro trovare occupazione è più difficile. Vivono in abitazioni sovraffollate o in garage nel cuore urbano di Rosarno, pagando affitti bassi ma comunque sproporzionati alla condizione abitativa. Molti si nascondono nelle campagne, nel timore dei controlli, abitando in vecchi casolari diroccati e rifugi di fortuna, con generatori elettrici forniti dai volontari e fuochi improvvisati per cucinare e scaldarsi.

Sono dispersi in tanti piccoli insediamenti e non trovano lavoro. L’Osservatorio migranti Africalabria, composto da pochissimi giovani volontari della zona, continua come fa da anni a portare conforto con generi di prima necessità e coperte. L’Osservatorio stima una presenza di circa 500 africani in tutta la Piana di Gioia Tauro.

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