"Italia a Tavola": la qualita' delle sagre va peggiorando"
E "per la maggioranza (51%) dei votanti una sagra dovrebbe essere - prosegue la nota - prima di tutto un evento centrato su un prodotto agricolo o una ricetta del territorio e in seconda battuta un'occasione ricreativa e di socializzazione (22%) e un modo per favorire il turismo (15%). Il 49% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di essere stato ad una sagra durante l'estate 2010, il che significa che le feste in piazza sono un forte richiamo, almeno per un italiano su due".
"Preoccupante il dato fornito dal secondo quesito - continua la nota - la maggioranza (51%) ha notato peggioramenti nella qualità generale delle ultime sagre rispetto a quelle visitate in precedenza. Forse perché gli espositori presenti spesso non proveniva dal territorio in cui aveva luogo la sagra (complessivamente per l'87% dei votanti), oppure perché i prodotti degustati non erano sempre locali (87%)".
"Andando più nello specifico, delle 1.003 persone che hanno partecipato al sondaggio solo una su 4 si dice soddisfatta dell'organizzazione e della preparazione dei piatti; il 35% è poco soddisfatto, mentre il 40% non lo è per niente. Preoccupante la percentuale di chi (54%) ha rilevato forti carenze dal punto di vista igienico-sanitario: un motivo in più per disciplinare con urgenza una serie di manifestazioni che, in virtù della mancanza di controlli seri e costanti, trascurano la pulizia degli ambienti e delle attrezzature, mettendo a rischio anche la salubrità delle pietanze somministrate".
Insomma, "le regole proposte nel "Manifesto delle Sagre autentiche" sono risultate tutte valide per un votante su due - conclude la nota - un risultato più che soddisfacente, mentre per il 39% si tratta solo di una dichiarazione di principi. Dopo la pubblicazione del Manifesto la parola dovrebbe passare, secondo il 44% dei partecipanti al sondaggio, alle Regioni, che dovrebbero varare norme più restrittive; per il 32% dovrebbero essere gli stessi organizzatori delle sagre ad autoregolarsi facendo sì che le indicazioni del Manifesto vengano sempre rispettate; il 22% ritiene invece che dovrebbe intervenire il Governo con una legge che recepisca i principi indicati".