Convegno: Melo e actinidia, le innovazioni dalla ricerca
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Il contesto di crisi internazionale che deprime i consumi induce ad innovare. Si tratta di cogliere le attese dei consumatori in fatto di qualità gustativa e sicurezza alimentare; il tutto tenendo sotto controllo i costi, sfruttando le caratteristiche di piante meno esigenti in termini di cure colturali.
Lorenzo Berra esporrà gli aggiornamenti 2010 delle liste varietali del melo. Le nuove cultivar sono esaminate sotto il profilo delle esigenze del consumatore e della distribuzione, della sostenibilità ambientale ma anche economica.
E’ oggi possibile utilizzare varietà "autodiradanti", che allegano 1-2 frutticini per corimbo, riducendo drasticamente i costi del diradamento. Nuovi habitus vegetativi con ramificazione aperta, corta, che si arresta nel corso della stagione con una gemma a fiore, rendono le operazioni di potatura alla portata di una manodopera sempre meno specializzata.
Graziano Vittone farà il punto sul nuovo metodo di difesa dalla carpocapsa (il verme della mela) e altri fitofagi del melo definito Alt’Carpo. Si tratta di ostacolare il volo degli insetti estendendo la copertura delle reti antigrandine ai perimetri dell’appezzamento. Il metodo è stato ideato nel Sud est della Francia e – grazie al gruppo di lavoro internazionale Medex (Méditérranéen expérimentation) cui partecipa il Creso – è già stato sperimentato in Piemonte.
Sorprendenti i risultati della prima prova monoblocco su 1 ettaro di Golden Delicious a Costigliole Saluzzo. Nella seconda relazione Vittone prenderà in considerazione i problemi del reimpianto del meleto. Si presentano le alternative alla disinfezione convenzionale, con l’impiego di compost organici o ricorrendo a microflora antagonista (bio-disinfezione).
Guglielmo Costa, direttore del Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna, farà il punto sull’actinidia, presentando le innovazioni più rilevanti che arrivano dalla ricerca internazionale. Dal recente convegno internazionale di Faenza emergono indicazioni su nuove forme di allevamento e nuove tipologie varietali (frutti a polpa rossa, incroci naturali con A. eriantha, etc.).
Prenderà in considerazione altresì i metodi di selezione della frutta attraverso l’uso di tecnologie innovative che possono migliorare l’uniformità di maturazione, partendo dal campo sino ad arrivare al punto di vendita. L’actinidia è considerata una pianta modello, ma le tecniche proposte possono essere utilizzate anche su altre specie di pomacee e drupacee.
Contatti:
Dott. Silvio Pellegrino - Direttore
CReSO - Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l'Ortofrutticoltura piemontese
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