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Basta con la bulimia consumistica e con il sempre piu' a sempre minor prezzo

Renzo Piraccini (Almaverde Bio): la crisi come opportunita' per un nuovo modello di sviluppo

In occasione di un incontro dal titolo "Cambiare perché? Le ragioni del biologico", organizzato a Roma da Almaverde Bio (vedi anche articolo correlato), Renzo Piraccini, presidente del consorzio, ha svolto un illuminante intervento sul tema: "La nostra idea di sviluppo sostenibile".

Secondo Piraccini: "La situazione di profonda crisi che stiamo vivendo non è solo una crisi economica, di reddito, di consumi e di valori, ma è anche e soprattutto la crisi di un modello che ha messo al centro dello sviluppo non la comunità degli individui ma il singolo individuo".

"In questi anni - prosegue Piraccini - ci siamo cullati nell’idea che fosse possibile crescere solo producendo più beni e più servizi e che riducendo i costi e i prezzi, il mercato si sarebbe sempre più allargato, e che tutti avremmo vissuto felici e contenti. Oggi ci stiamo rendendo conto che questo non è più possibile: i costi ambientali e sociali di questo modello sono insostenibili. E non solo per le problematiche legate alle materie prime o all’inquinamento".


Un momento dell'intervento di Renzo Piraccini, Presidente di Almaverde Bio. (Foto: FreshPlaza).

La fase di euforia, definita da Piraccini "bulimia consumistica" sta lasciando il passo ad una specie di rigetto, di avversione, di fastidio, quel fastidio che si prova quando si fa una cosa sbagliata. Se da una parte il consumatore mostra chiari segnali di rifiuto verso un sistema di sovrapproduzione e di spreco, dall'altra l'agricoltore è stato la prima vittima di un meccanismo infernale, basato sul folle concetto di produrre sempre di più a prezzi sempre più bassi.

"I produttori e gli allevatori hanno pagato un conto pesantissimo per questa situazione - osserva Piraccini - spesso chiudendo aziende e abbandonando intere aree produttive. La compressione dei prezzi è alla base dell’abbandono di molte zone agricole collinari e alla conseguente mancata gestione del territorio e delle acque realizzata dagli agricoltori. Oggi è sotto gli occhi di tutti la devastazione e i costi che il dissesto idrogeologico producono. Per questo noi crediamo che un certo modello di sviluppo vada superato".

"A chi giova che un litro di latte, di vino, un chilo di carne, di ortofrutta, di formaggio venga venduto a prezzi infimi? - si domanda Piraccini - Lo svilimento del cibo non serve neppure alla distribuzione la quale pure, con prezzi troppo bassi, non può sopravvivere, mentre con un corretto e trasparente rapporto fra qualità e prezzo dei prodotti alimentari renderebbe un servizio vero ai consumatori e alla società".


Un momento dell'intervento di Renzo Piraccini, Presidente di Almaverde Bio. (Foto: FreshPlaza).

"Non ci nascondiamo - osserva Piraccini - la situazione contingente della diminuzione del potere di acquisto dei consumatori, ma riteniamo che ogni centesimo speso in meno nel settore alimentare non sia un centesimo risparmiato, ma un errore con ripercussioni negative per la filiera agroalimentare e non solo. Paradossalmente, un prezzo stracciato è controproducente anche per i consumatori, che, dietro un basso costo, rischiano di trovare prodotti di qualità scadente o insicuri".

Piraccini aggiunge: "Non dobbiamo dimenticare che siamo in Europa, dove si produce il 10-15% di derrate agricole in più rispetto a quanto siamo in grado di consumare, dove la gestione dei surplus produttivi costituisce il più importante problema del settore agricolo e dove le persone certo non soffrono la fame, ma sono iper-alimentate. Perciò dobbiamo cominciare a parlare di più di qualità, di rispetto dell’ambiente, del cibo come strumento per migliorare il nostro stile di vita. Ai consumatori va data la possibilità di scegliere di consumare di meno, ma meglio: ecco perché Almaverde Bio ha scelto come propria missione aziendale quella di potenziare la diffusione dei prodotti agroalimentari da agricoltura biologica".

"Questo non significa - conclude Piraccini - un ritorno all’antico o lasciare la natura a se stessa, ma applicare metodi produttivi in maggiore sintonia con l’ambiente che comportano un bagaglio di esperienze e di ricerca tutt’altro che datato. Paradossalmente, siamo convinti che l'attuale situazione di crisi possa aiutarci ad individuare un nuovo modello di sviluppo, in cui le produzioni biologiche rappresentino una componente fondamentale del sistema agroalimentare".