Osservatorio Consumers' Forum: con la crisi si rinuncia ai vestiti, ma non a frutta e verdura

In tempo di crisi, si spende meno per l'abbigliamento ma non si rinuncia ai prodotti che riguardano la salute, alla frutta e alla verdura. Lo rivela la III edizione dell'Osservatorio Consumers' Forum, associazione che riunisce le più importanti associazioni dei consumatori e le maggiori imprese italiane, che attraverso un'indagine affidata a Ipsos, analizza ogni anno gli stili di vita e le tendenze di consumo degli italiani.

Il consumatore, quando è in difficoltà economica, diventa selettivo: rinuncia a beni come abbigliamento (79%) e vacanze (64%), ma ritiene irrinunciabili prodotti che riguardano la salute, come la frutta e la verdura (85%) e la prevenzione (68%). "E' un consumatore in difficoltà, che deve sapere scegliere per riuscire a rinunciare", commenta Sergio Veroli, presidente di Consumers' Forum, che stamane a Milano ha presentato i risultati della ricerca. "Un consumatore che inizia a pretendere di essere soddisfatto da ciò che acquista e chiede che le informazioni sui prodotti siano più trasparenti".

Dall'indagine emerge che molti italiani, pur restando affezionati ai prodotti di marca (50% ha le proprie marche cui non rinuncia e il 61% si sente rassicurato dalle marche note), non ritengono che la pubblicità sia un mezzo attendibile per orientare la spesa.

L'83% degli intervistati ritiene infatti che debba dare più informazioni, ma soprattutto mantenere le promesse: dal punto di vista pubblicitario, i settori meno sinceri sono considerati quelli bancari e assicurativi (32%), i cosmetici (22%) e la telefonia (18%). In caso di insoddisfazione, il consumatore italiano non esita a rivolgersi alle associazioni dei consumatori (35%).

"Le circostanze rafforzano le convinzioni dei consumatori in merito all'eticità dei comportamenti delle aziende", aggiunge Veroli. "L'etica e la responsabilità sociale diventano valori che orientano gli acquisti, aspetto che nel prossimo futuro inciderà anche sulle strategie di mercato di molte aziende".

In effetti, dall'indagine emerge che gli italiani sarebbero mediamente disposti a pagare ben il 9% in più (ed il 20% di essi si spingerebbe anche oltre il 10% in più) un prodotto di un'azienda che adottasse comportamenti etici e ecosostenibili, che cioè dimostrasse rispetto per i diritti dei lavoratori (47%), che fosse trasparente nei confronti dei consumatori (32%), attenta all'ambiente (30%), alla qualità dei prodotti (29%). Inoltre, per il 73% degli italiani le confezioni dei prodotti dovrebbero essere ridotte al minimo e il 57% dei nostri concittadini se deve scegliere tra due marche dichiara di orientarsi verso quella che tiene alla difesa dell'ambiente.

Infine, per il 48% degli italiani dovremmo consumare tutti meno per vivere meglio.

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