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Italia: in agricoltura un lavoratore su dieci e' straniero

In agricoltura, oltre un lavoratore su dieci è extracomunitario e si contano ben 90.000 rapporti di lavoro regolari, dei quali due terzi sono a tempo determinato, secondo le caratteristiche proprie del settore. Tra le nazionalità maggiormente rappresentate ci sono albanesi (17,2%), indiani (13,8%), marocchini (12,6%), tunisini (8,7%) e macedoni (5,2%), secondo dati Inea.

Al primo gennaio 2010, si registra un aumento dell'8,8% degli stranieri presenti in Italia che sono 4.235.059, pari al 7% dei residenti nel Paese. Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l'attività di "bergamini" sono soprattutto gli indiani, mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.

"I lavoratori stranieri - ossserva la Coldiretti - contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune".
Data di pubblicazione: