"Il provvedimento che obbliga all’indicazione dell’origine in etichetta varato dalla Camera - ha commentato Confagricoltura - può costituire un’occasione per affrontare temi importanti come la trasparenza nei confronti del consumatore ma non deve far perdere di vista alcuni elementi che Palazzo della Valle aveva indicato già qualche giorno fa, in occasione del varo del testo in Commissione Agricoltura".
In particolare, in attesa di conoscere i dettagli del testo approvato ed alla luce degli elementi sin qui noti, Confagricoltura osserva che:
- occorrerebbe maggior chiarezza sui possibili effetti del provvedimento quanto ai concetti di "prevalenza" della materia prima e di "ultima trasformazione sostanziale". Due elementi che, paradossalmente, potrebbero, a certe condizioni, aumentare la confusione del consumatore anziché diminuirla;
- la possibilità di limitare l’obbligo di etichettatura solo ad alcune produzioni consentirà un certo margine di flessibilità ma anche il rischio di vedere escluse dal provvedimento alcune produzioni strategiche;
- va pure chiarito se l’obbligo di indicazione in etichetta degli "ingredienti" Ogm utilizzati "dalla terra alla tavola" per la produzione di alimenti debba intendersi riferita anche all’utilizzo di mangimi transgenici. Anche questo aspetto è rilevante per valutare reale portata del provvedimento.
Su tutto, però rimane il forte pregiudizio che grava su questo testo in merito alla sua compatibilità rispetto al diritto comunitario. "Come Confagricoltura abbiamo sempre preferito, come nel caso dell’olio di oliva, una disciplina concepita e varata a Bruxelles, per evitare ogni possibile contenzioso che indebolirebbe peraltro la posizione dell’Italia in sede comunitaria alla vigilia di un negoziato delicato per il futuro della Pac".
"Infine - conclude Confagricoltura - non va trascurato cosa in questo provvedimento, che dovrebbe rafforzare la competitività dell’agroalimentare italiano, non c’è. Abbiamo fiducia nel ministro Galan, ma non possiamo far finta di ignorare che il Parlamento sta privilegiando la normativa sull’etichettatura rispetto alle misure finanziarie - dalle agevolazioni previdenziali, al gasolio sotto serra, ai fondi per la bieticoltura - che gli agricoltori italiani attendono da diverso tempo e che auspichiamo vengano quanto prima varate".
"Per la prima volta maggioranza e opposizione si sono occupate in maniera bipartisan di una questione relativa al comparto agroalimentare, approvando un provvedimento che tutela i consumatori e valorizza l’eccellenza qualitativa delle produzioni agroalimentari italiane". Così il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini ha commenta l’approvazione alla Camera dei deputati del Disegno di Legge sulla Competitività agricola ed agroalimentare.
"Fedagri-Confcooperative si è sempre espressa a favore dell’origine e della tracciabilità della materia prima nei prodotti agroalimentari – ha proseguito Gardini – Riteniamo tuttavia che il problema non sia ancora risolto dal momento che l’etichettatura è una tematica di competenza comunitaria. Occorrerà pertanto un ulteriore impegno nelle sedi comunitarie affinché il provvedimento sull’etichettatura venga accolto favorevolmente dal Parlamento europeo". Il presidente Gardini evidenzia infine come nel DDL siano state eliminate, con l’eccezione dell’emendamento sulla concentrazione delle cooperative, tutte le voci che prevedevano un impegno finanziario, lasciando soltanto la misura dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari: questa, per quanto importante e sostenuta anche da Fedagri-Confcooperative, non può da sola dare risposte a un settore che da tempo denuncia una forte crisi di redditività.
"Con l’approvazione con voto bipartisan della norma che estende l’etichettatura d’origine a tutti gli alimenti si offre finalmente una solida garanzia ai consumatori e agli agricoltori italiani che vedono così valorizzate le loro produzioni". E' questo il commento del presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi. "L’auspicio è che un voto analogo si abbia al Senato, dopo di che il Governo italiano dovrà battersi per affermare lo stesso principio a livello di Unione Europea, ben sapendo che in ambito comunitario ancora sono forti le resistenze a questo tipo di provvedimento".


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