Tiberio Rabboni parla della proposta di un codice commerciale tra produttori agricoli e GDO
Rabboni spiega: "Il nostro intento non è quello di dettare legge al mercato, ma semplicemente di indicare la necessità, a maggior ragione in un momento di crisi come quello attuale, di tracciare alcune regole di condotta basilari e condivise nel rapporto tra Grande Distribuzione Organizzata e fornitori agricoli".
Tiberio Rabboni.
In questo senso, l'Assessorato all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna ha individuato un primo gruppo di temi su cui lavorare a livello nazionale:
1. Indicazione di PREZZI NETTI nei contratti di fornitura, cioè di prezzi al netto della scontistica e dei ristorni derivanti da eventuali campagne promozionali nel corso della stagione commerciale. La prassi attuale è infatti quella di contrattare prezzi di fornitura al lordo di eventuali sconti successivi, con l'effetto, per i fornitori, di veder generalmente diminuire i propri ritorni.
2. DEFINIRE TEMPI CERTI DI PAGAMENTO, dato che, nonostante l'attuale normativa, la tempistica del pagamento tende a slittare in avanti, costringendo i fornitori a rivolgersi agli istituti di credito, aggravando così la loro esposizione verso le banche e sostenendo i maggiori costi da essa derivanti.
3. Definire PREZZI MINIMI CORRELATI AI COSTI DI PRODUZIONE. Se la stagione 2009 si è infatti caratterizzata per ritorni spesso inferiori ai costi sostenuti dalla base produttiva, tale fenomeno non può chiaramente risultare sostenibile nel medio-lungo periodo, pena il fallimento delle aziende agricole.
4. CONCORDARE LE CAMPAGNE DI PROMOZIONE (tempi e modalità) in accordo con i fornitori e in base alla maggiore o minore deperibilità dei prodotti agroalimentari.
5. PREVEDERE LA PRESENZA DI CORNER destinati a produzioni/aziende del territorio all'interno della superficie commerciale dei supermercati.
Rabboni sottolinea: "Gli assessori all'agricoltura di tutte le regioni italiane hanno condiviso lo spirito di questa proposta, che ha ottenuto anche l'approvazione di tutti i presidenti regionali. Il prossimo passo sarà dunque quello di proporre il codice all'attenzione del Governo in occasione della prossima conferenza Stato-Regioni".
"Per le catene di supermercati che vorranno aderire su base volontaria a tale codice commerciale, potranno essere riconosciuti alcuni benefici, quali per esempio un premio fiscale o attività pubblicitarie e di comunicazione pubblica verso i consumatori/cittadini, che rendano conto dell'impegno in termini di responsabilità sociale della GDO nei confronti della comunità nella quale operano. Da parte delle Regioni, c'è la disponibilità a valutare la creazione di un fondo nazionale proprio a favore di azioni di sostegno all'iniziativa", conclude Rabboni.