Spagna: la coltura illegale di fragole messa alle corde dai nuovi requisiti GlobalGAP
La pressione esercitata dai buyers sul rispetto di questo particolare requisito dovrebbe contribuire - secondo il WWF - a risolvere alcuni dei problemi che oggi caratterizzano lo sfruttamento idrico, da parte dei produttori di fragole, nella zona del Parco Nazionale andaluso del Doñana (Spagna).
Il Parco Nazionale del Doñana è il portabandiera delle aree protette in Spagna e costituisce una tappa fondamentale nella rotta migratoria degli uccelli tra Europa e Africa. La produzione di fragole è consentita in quest'area, sotto alcuni vincoli che tuttavia non vengono pienamente rispettati.
Si calcola infatti che vi siano almeno un migliaio di produttori illegali, che attingono acqua dal bacino del Doñana e che la metà delle coltivazioni di fragole sia irrigata in assenza dei permessi legali. Un terzo delle coltivazioni avrebbe inoltre soppiantato aree forestali, che sarebbero invece soggette a tutela. L'utilizzo illegale delle risorse idriche avrebbe ridotto dell'80% il volume delle acque del bacino fluviale che attraversa l'area protetta.
L'Europa acquista circa la metà della produzione di fragole di questa zona, per un giro d'affari di 150 milioni di euro, cosa che ha generato la nascita e la crescita di pratiche illegali di coltivazione. Ma adesso, grazie al nuovo standard internazionale GlobalGAP, l'area del Doñana sarà soggetta ad uno scrutinio commerciale molto critico e, soprattutto, esterno e imparziale.
L'uso efficiente delle risorse idriche, infatti, da semplice raccomandazione per le buone pratiche agricole, diventerà un rigido requisito per ottenere la certificazione. Alcune catene di supermercati, in collaborazione con il WWF e alcuni produttori responsabili di fragole hanno già cominciato ad implementare gradualmente le nuove regole da tre anni a questa parte. Già dalla prossima stagione commerciale, i requisiti richiesti dai supermercati sotto questo aspetto saranno molto più stringenti rispetto a quelli in vigore finora.
"Se vogliamo mantenere l'accesso al mercato per le fragole del Doñana - ha sottolineato Juan Carlos del Olmo, amministratore delegato del WWF in Spagna - e rispondere alla crescente domanda da parte dei nostri clienti europei, il governo dell'Andalusia dovrà attivare i necessari meccanismi di controllo".