AREFLH esamina la crisi del settore agricolo europeo in una lettera al Parlamento e alla Commissione Agricoltura dell'UE
"L'agricoltura europea - osserva AREFLH - sta lentamente ma inesorabilmente scivolando in una crisi profonda. La difficoltà dei produttori del lattiero-caseario è in tal senso emblematica del settore e mette in evidenza la precarietà della condizione che i produttori si trovano oggi a vivere. Urgono soluzioni cicliche e strutturali".
Secondo l'AREFLH, la crisi del settore frutta e verdura è altrettanto seria e profonda di quella attraversata dal settore lattiero-caseario eppure, curiosamente, quasi assente nel dibattito politico. Malgrado non se ne parli molto, però, la crisi esiste e mette a rischio un comparto produttivo che rappresenta il 16% dell'intero valore della produzione agricola europea.
Limiti della politica europea a favore del settore ortofrutta:
-Il budget UE destinato al comparto frutta e verdura è pari soltanto al 3,5% degli aiuti PAC, contro un valore del settore pari, come abbiamo visto, al 16% dell'intera produzione agricola dell'Unione;
- Assenza di un meccanismo di supporto ai redditi dei produttori ortofrutticoli;
- Presenza di accordi bilaterali per forniture di frutta e verdura tra Unione Europea e Paesi Terzi (ad esempio: UE/Tunisia o UE/Marocco), che possono risultare d'ostacolo al commercio intracomunitario;
- Politica di de-regolamentazione (ad es. abolizione dei ritorni all'esportazione in presenza di un rapporto di cambio sfavorevole tra dollaro ed euro), senza studi preliminari sull'impatto della de-regolamentazione stessa;
- Assenza di misure di riequilibrio di fronte alla forte pressione esercitata dalla grande distribuzione organizzata, la quale non apporta benefici né per i produttori né per i consumatori.
I costi del settore (in particolar modo al livello produttivo) sono chiaramente aumentati, in particolare per rispondere ad un elevato livello di protezione e sicurezza alimentare nei confronti dei consumatori.
In molte regioni produttive europee non esiste ricambio generazionale e ben pochi giovani decidono di assumersi il rischio d'impresa in questo settore, nel quale le importazioni aumentano inesorabilmente. L'UE è il maggiore importatore di frutta e verdura di tutto il mondo, mentre le sue esportazioni trovano spesso impedimenti di natura fitosanitaria (vere e proprie barriere non doganali) nei Paesi Terzi.
Gli stessi parametri sanitari e fitosanitari cui i produttori europei sono soggetti, non trovano applicazione da parte di numerosi Paesi Terzi che pure risultano fornitori dell'Unione Europea, cosa che provoca distorsioni commerciali negative per i produttori comunitari.
AREFLH chiede pertanto che frutta e ortaggi vengano dichiarati prodotti sensibili e colpiti sul piano economico alla stessa stregua di quelli del comparto lattiero-caseario e domanda la rapida creazione di uno speciale comitato tra Commissione Agricoltura, Parlamento Europeo e organizzazioni professionali per lo studio delle necessarie misure da adottare a breve, medio e lungo termine.
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Jacques DASQUE
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