Breve accenno sulle Micorrize e sulle loro relazioni con altri microrganismi utili del suolo
La scoperta delle Micorrize e della loro interazione benefica con le radici delle piante coltivate risale alla metà del 1800 ma solo in questi ultimi anni, con il graduale risveglio di una coscienza agricola orientata verso un'agricoltura eco-compatibile, sta crescendo l’attenzione nei confronti di questa simbiosi funghi-microrganismipianta e del suo utilizzo.
Gli interessi economici per la produzione e l’utilizzo di fertilizzanti chimici ha fatto sì che per lungo tempo ci si dimenticasse dell’importanza rivestita dai microrganismi del terreno nelle produzioni agrarie. Il ritorno ad un'agricoltura organica ne ha fatto riscoprire l’importanza ed ha spinto alcune aziende a finanziare la ricerca in tale direzione.
Tuttavia si presentano alcuni problemi legati alla produzione ed alla distribuzione: la difficoltà di conservazione e di stoccaggio del materiale inoculante oltre alla grande quantità, e gli elevati costi necessari per l’intervento a pieno campo.
Una buona soluzione a questi problemi è stata prospettata nella possibilità di inoculare direttamente le piante in vivaio, così che si possano anticipare i tempi di formazione delle micorrize e ridurne i costi. Questa pratica tuttavia, per poter espletare pienamente la sua efficacia, deve essere fatta tenendo in considerazione la vitalità dell’inoculo (che è condizionata dal tempo e dalle condizioni climatiche di conservazione).
Le Micorizze si suddividono in due grandi gruppi: ECTOMICORRIZE ed ENDOMICORRIZE.
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AGRITECNO SEVICE Di Iorio Maria Carmela
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