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USA: nuova scoperta potrebbe rendere le piante resistenti alle malattie e ad alta resa

In una nuova ricerca, gli scienziati hanno dimostrato come una famiglia di geni sia responsabile della produzione di gas etilene: si tratta di una scoperta che potrebbe rendere le piante resistenti alle fitopatie, metterle in grado di sopravvivere e prosperare in terreni difficili, aumentare i raccolti, e ottenere altri utili risultati agronomici.

La scoperta della famiglia di geni (detti geni ACS), è stato realizzata utilizzando come pianta campione la Arabidopsis thaliana (nella foto), ma sarà applicabile anche alle piante utilizzate in agricoltura.

Athanasios Theologis, uno dei ricercatori coinvolti nello studio presso il Plant GeneExpression Center del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, ha dichiarato: "Mi auguro che questo lavoro fornisca informazioni sul modo in cui una serie di geni lavorano insieme, come in una perfetta sinfonia, per regolare la crescita delle piante, perché potremmo essere in grado di utilizzare tali conoscenze per progettare gli impianti più adatti al nostro mondo che cambia".

"Questo è estremamente importante perché, data la crescita della popolazione umana, potremmo aver bisogno di produrre più cibo nello stesso spazio, se non addirittura in meno spazio", ha aggiunto.

Per comprendere la funzione e il ruolo di regolazione di ciascun gene ACS nella produzione di etilene durante lo sviluppo delle piante, gli scienziati hanno analizzato in laboratorio il ruolo essenziale e non essenziale di ogni famiglia di geni ACS nella pianta di Arabidopsis thaliana.

Essi hanno scoperto che, mentre la perdita di un singolo gene ACS non ha avuto effetti visibili sulla pianta, essa ha però influenzato l'attività degli altri geni della famiglia. Una diversa combinazione di geni "accesi" o "spenti" dava origine a diverse tipologie di piante, con variabilità in termini di crescita, fioritura e resistenza alle malattie.

Molto importante il risultato ottenuto in termini di produzione di etilene, il gas che innesca i processi di crescita e maturazione delle piante: la comprensione di questo meccanismo chiave sarà infatti in grado di permettere un approccio genetico completamente nuovo allo sviluppo di nuove colture più sane, più produttive e in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti climatici.