Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

La rivoluzione nel comparto del finocchio si chiama Seminis

L'Italia è il primo produttore europeo di finocchio, o meglio è praticamente l'unico, dato che pesa per il 95% del totale. Questa coltivazione si estende su circa 18.000 ettari, per un volume annuo di 450.000 tonnellate.


Campo di finocchio nel Fucino. (Foto: FreshPlaza Italia).

Un po' di storia
Fino alla metà degli anni Novanta, il mercato del finocchio era dominato quasi esclusivamente da cultivars locali e la produzione si basava sulla pratica della semina diretta, con tutte le problematiche che ne derivavano.

La semina diretta in campo, infatti, richiedeva un notevole dispendio di manodopera e un risultato produttivo non sempre ottimale. Dopo aver seminato, si procedeva ad un diradamento delle piante, per consentire il corretto sviluppo dei grumoli. Spesso, tuttavia, l'accrescimento era caratterizzato da elevata variabilità tra pianta e pianta, con il risultato di un raccolto non uniforme e con una notevole incidenza dello scarto.

Le cultivars utilizzate, inoltre, erano connotate da una colorazione verdastra e da elevata fibrosità e spugnosità. I produttori ricorrevano così alla pratica della "rincalzatura", cioè della ricopertura dei grumoli con la terra, per ottenere finocchi più bianchi e dunque più apprezzati dal mercato.

In questo quadro, si inscrive ad un certo punto il potente ingresso della selezione e del miglioramento varietale, il quale ha determinato una vera e propria rivoluzione nel comparto del finocchio. Tra i protagonisti del rinnovamento, l'azienda sementiera Seminis, marchio specializzato nelle colture da pieno campo del gruppo Monsanto Vegetable Seeds, che nel campo della ricerca sul finocchio vanta un'esperienza trentennale.


Grumolo di finocchio Seminis. (Foto: FreshPlaza Italia).

FreshPlaza ha recentemente effettuato un sopralluogo in alcune coltivazioni di finocchi Seminis (alla cui storia appartiene il noto marchio Asgrow) nella Piana del Fucino e qui ha intervistato Angelo Diego Crucitti, Crop Specialist del finocchio - Monsanto Vegetable Seeds. "La nostra azienda - spiega Angelo - ha avuto la lungimiranza di puntare su una produzione tipicamente italiana, investendo nel miglioramento genetico del finocchio e dando così un contributo allo sviluppo del settore, soprattutto nella sua crescita sui mercati esteri".

Angelo ci spiega infatti che, fino a qualche anno fa, il consumo estero di finocchio si limitava all'impiego dell'ortaggio cotto, mentre in Italia il consumo ha sempre riguardato preferibilmente il finocchio crudo. Poco alla volta, però, grazie anche alle nuove selezioni varietali e ai nuovi ibridi introdotti da Seminis, il mercato estero ha cominciato ad apprezzare il consumo a crudo del finocchio, elemento che ha dato slancio alle esportazioni. Oggi l'export interessa un volume di 50/60.000 tonnellate, contro le 20/25.000 dell'inizio degli anni Novanta.


Da sinistra a destra: Angelo Diego Crucitti (Crop Specialist finocchio - Monsanto Vegetable Seeds) e Stefano Dimarcoberardini (Agritec Srl). (Foto: FreshPlaza Italia).

Dalla parte del produttore
Le principali "migliorie" apportate dalla ricerca varietale Seminis al comparto del finocchio hanno risposto pienamente a tutte le esigenze dei produttori e dei consumatori, comprese quelle relative al risparmio dei costi di produzione.

Angelo racconta: "La prima stazione sperimentale della nostra azienda era ubicata a Palagianello (TA) in Puglia, tipico areale di produzione del finocchio. Da lì iniziammo a selezionare ecotipi locali, migliorandoli dal punto di vista genetico per ottenere grumoli sferici, pesanti e autoimbiancanti, migliorandone la croccantezza e il sapore e riducendone al minimo fibrosità e spugnosità".


Finocchio in campo. (Foto: FreshPlaza Italia).

Negli anni Ottanta la stazione di ricerca fu spostata a Latina. "Lì fu poi la volta dei primi ibridi - prosegue Angelo - Il nostro primo finocchio ibrido fu Pitagora, introdotto alla fine degli anni Novanta e ancora oggi molto popolare. Inoltre, abbiamo lavorato al miglioramento della germinabilità del seme per venire incontro al diffondersi della tecnica del trapianto, che nel giro di un decennio ha quasi completamente rimpiazzato l'antica pratica della semina diretta".


Campo di finocchi nel Fucino. Le piante sono coperte da un tessuto non tessuto che le protegge dal gelo. (Foto: FreshPlaza Italia).

I principali vantaggi del trapianto rispetto alla semina diretta in campo sono: l'eliminazione delle operazioni di diradamento nei campi, un notevole risparmio idrico, una maggiore omogeneità della produzione. "Le piantine per il trapianto - dice Angelo - provengono da vivai specializzati nella produzione di giovani piante in contenitori di polistirolo".


Pietro Angelucci (Agritec Srl) scopre per noi il telo di protezione dei finocchi. (Foto: FreshPlaza Italia).

Nella Piana del Fucino si pratica in parte ancora la semina diretta, in quanto si produce da metà giugno a tutto ottobre e, per questi periodi di produzione, la semina diretta garantisce minori stress alle piante. Inoltre, lo sviluppo dell’apparato radicale fittonante che si ottiene con la semina diretta riduce i rischi di salita a seme del finocchio.


Dettaglio della radice fittonante. (Foto: FreshPlaza Italia).

L’ultima novità di Seminis per il mercato del Fucino si chiama XP 06068001, per semine dirette dal 25 giugno al 15 luglio e raccolte dal 15 settembre al 10 ottobre. I trapianti vanno invece dal 25 luglio al 10 agosto, con raccolte dal 25 settembre al 15 ottobre.


Grumoli di finocchio Seminis XP 06068001. Le superfici coltivate con questo nuovo ibrido sono destinate a triplicare l'anno prossimo. (Foto: FreshPlaza Italia).

Foto sotto: l'ibrido Seminis (sulla sinistra) presenta un fittone più piccolo, caratteristica che consente una minore ossidazione della base del grumolo dopo il taglio. (Foto: FreshPlaza Italia).


Oggi gli ibridi rappresentano circa l’85% del mercato del seme di finocchio professionale. Seminis propone al mercato una vasta gamma di selezioni varietali e principalmente di ibridi, che spaziano dalle varietà precoci estive a quelle autunno-invernali, invernali, fino ai Giugnesi, in modo da consentire una produzione continua per almeno 9 mesi l'anno, cioè dal 15 settembre al 15 giugno (luglio e agosto sono i mesi dove il consumo di finocchio è molto basso), con prodotti che hanno come costante grande qualità per i consumatori ed elevate rese per i produttori e rispondere così alle esigenze di approvvigionamento della grande distribuzione.

Contatti:
Angelo Diego Crucitti
Crop Specialist del finocchio
Seminis - Monsanto Vegetable Seeds
Strada Traversante Ravadese, 60A
43100 Parma
Tel.: +39 0521 398411
Fax: +39 0521 607352
Cell.: +39 335 7327541
E-mail: angelo.crucitti@seminis.com