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Iraq: in declino la coltivazione di palme da dattero

Tempi difficili per i datteri iracheni. Un tempo il Paese era fra i maggiori esportatori al mondo, ma da anni non è più così: i prezzi sono calati molto, e gli addetti al settore chiedono insistentemente al governo di aprire agli investimenti e di sfruttare le zone desertiche disponibili per aumentare la produzione.

Negli ultimi decenni, il settore ha assistito a quello che si può definire "uno sterminio di massa" delle palme da dattero. Secondo le statistiche, degli oltre 32 milioni di alberi presenti nel Paese nel 1960 nel 2000 restavano solo 16 milioni.

Sono molteplici le cause che hanno contribuito al declino in un settore dell’agricoltura che fino agli anni ’70 era uno dei più fiorenti e importanti per l’economia irachena.

Tanto per cominciare, le numerose guerre che si sono susseguite, non ultima l’invasione guidata dagli Usa del marzo 2003, che ha portato alla distruzione o all’occupazione delle infrastrutture, alla chiusura di molte industrie produttrici, e agli incendi che hanno bruciato intere colture.

Ma anche i passati governi hanno le loro responsabilità – per non avere incentivato e tanto meno favorito questo settore, apportando miglioramenti e tecniche innovative e all’avanguardia. Questo settore così importante dell'agricoltura avrebbe infatti bisogno di un ammodernamento delle tecniche utilizzate per irrigazione, impollinazione, fertilizzazione, e raccolto.

Tutte problematiche sottolineate dal presidente dell’Ente generale dei datteri, Farun Ahmad Hussein. Per poter favorire una ripresa del settore, dice il funzionario, il governo deve costruire industrie moderne che permettano di utilizzare processi produttivi conformi agli standard internazionali: questo anche alla luce del fatto che i datteri costituiscono la materia prima per la produzione di altri prodotti quali la melassa, lo zucchero liquido, e il succo di datteri concentrato.

Per quanto concerne la commercializzazione dei datteri, Hussein continua ricordando che la coltivazione e la raccolta di questi frutti risale alle civiltà che si svilupparono in questa regione 5.000 anni fa. La loro commercializzazione data invece dal 1888, quando una società inglese con sede a Bassora iniziò a conservarli, immagazzinarli, e poi esportarli in Europa.

Il declino che sta vivendo questo settore è in parte da attribuire anche all’ aumento delle spese di trasporto, e ai mezzi utilizzati per il trasporto che spesso ritardano le spedizioni.

Davvero un peccato – anzi, uno spreco, se si calcola che in Iraq si trovano oltre 230 varietà di palme da dattero. Le qualità migliori - dice Ali Jasim, un agronomo - sono i khastawi, i sayre, i khadrawi, gli halawi, i dayri: tutte molto popolari nei Paesi importatori. E adesso, per la maggior parte rischiano l'estinzione.
Data di pubblicazione: