Italia: crollo verticale delle quotazioni frutticole e orticole nel 2009
A segnalarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, in relazione ai dati Istat sull'andamento del commercio, si mostra fortemente preoccupata per una tendenza negativa che sta mettendo in ginocchio tantissimi agricoltori che, oltretutto, fanno i conti con costi produttivi, contributivi e burocratici alle stelle.
Il crollo - avverte la Cia - sta investendo tutti i prodotti di stagione. Per le mele, sempre nella prima decade di ottobre, si ha un calo del 33,8 per cento rispetto all'analogo periodo del 2008. Ancora più vistosa la diminuzione registrata dalle prime clementine (meno 40, 6 per cento). Pesanti anche le flessioni per le pere (meno 19,8 per cento) e per l'uva da tavola (meno 19,9 per cento). Per quest'ultima le quotazioni all'origine hanno toccato livelli molto bassi. Basti pensare che un chilo di uva viene venduto sui campi addirittura tra i 10 e i 15 centesimi.
Stesso discorso per gli ortaggi, anche se i cali rispetto alla frutta - sottolinea la Cia - sono meno eclatanti, pur segnando listini assai ridotti. In particolare, le melanzane sono diminuite del 27 per cento, le carote del 23,9 per cento, le zucchine del 10,5 per cento, le cipolle del 9,1 per cento, i pomodori ciliegini dell'8,2 per cento. La lattuga del 2,3 per cento.
Un quadro, quindi, non certo esaltante. Per tale ragione, la Cia riafferma l'esigenza di un'effettiva programmazione nel settore ortofrutticolo e con essa validi accordi di filiera.