Il credito agevolato puo' aiutare le imprese agricole
Organizzazioni agricole, Abi (Associazione bancaria italiana) e Ministero dell'Economia hanno infatti firmato un accordo lo scorso 3 agosto, il primo atto di una terapia anticrisi per ridare ossigeno al sistema agricolo che chiede anche riforme specifiche per previdenza, mercato e burocrazia. Anche se non mancano perplessità sulle condizioni troppo rigide in merito alla "salute" finanziaria richiesta alle aziende e che, secondo alcuni operatori, potrebbero frenare l'accesso al credito soprattutto al Sud.
Le misure previste
Nel pacchetto creditizio la prima misura riguarda la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui solo per quanto riguarda la quota capitale. Per un anno sono congelate le rate dei finanziamenti di medio e lungo termine, mentre si continueranno a pagare gli interessi.
Stop anche per le scadenze delle operazioni di leasing, frequenti soprattutto per gli impianti delle aziende agroalimentari. Saranno sospesi per sei mesi i canoni per i macchinari e per un anno quelle dei fabbricati. Una misura particolarmente utilizzata da caseifici e impianti di trasformazione di ortofrutta.
È stato anche deciso l'allungamento di nove mesi dei debiti a breve termine. Beneficiari sono piccole e medie imprese agricole che devono però dimostrare di avere una situazione economica e finanziaria in grado di assicurare continuità all'azienda. In agricoltura l'accordo interessa circa 37,5 miliardi di affidamenti di cui 24 a medio e lungo termine e il rimanente a breve termine. Dei primi, secondo Coldiretti, la metà ha bisogno di un intervento di rifinanziamento, mentre il 60% dei prestiti a breve termine dovrebbe essere riposizionato. Le aziende agricole dovranno fornire documenti che attestino che la loro difficoltà è temporanea.
La scadenza delle rate non pagate non dovrà superare i sei mesi. Questo per blindare le agevolazioni a chi è stato veramente vittima del "credit crunch" senza offrire salvataggi ad aziende in crisi cronica.
Alle aziende che aderiscono al piano di ristrutturazione del debito non verranno chiesti costi aggiuntivi. Le aziende dovranno presentare alle banche un piano che descriva la situazione economica, finanziaria e patrimoniale, un check up che potrà essere fornito anche dai Consorzi fidi.