Frutta e verdura aiutano le capacita' cognitive
Lo studio
I risultati della ricerca, condotta su circa duecento persone sane tra i 45 e i 102 anni, mostrano che i soggetti che assumono in media circa 400 grammi di frutta e verdura al giorno possiedono un livello maggiore di antiossidanti, indicatori più bassi di radicali liberi - tra i principali fautori della degradazione dei lipidi - e, soprattutto, sviluppano abilità cognitive più performanti rispetto a chi non raggiunge i 100 grammi quotidiani di cibo proveniente dalla terra.
Lo studio, inoltre, sottolinea che l’effetto benefico di frutta e verdura è assolutamente indipendente da tutti gli altri fattori – età, sesso, peso, altezza, istruzione, profilo lipidico e livello di albumina – che normalmente influenzano la quantità di antiossidanti presenti nell’organismo e lo sviluppo cerebrale.
Conferme e scoperte
Oltre ai ricercatori dell’Università tedesca, l’analisi ha visto la collaborazione di numerosi scienziati di tutto il mondo, tra cui alcuni membri del Dipartimento di Geriatria dell’Università di Perugia.
La dottoressa Maria Cristina Polidori, attualmente al Dipartimento di Geriatrica dell’Università di Bochum, sottolinea le conferme e le nuove conoscenze che i risultati dello studio hanno portato alla comunità scientifica: "Era risaputo che esistesse una forte connessione tra l’assunzione di frutta e verdura e le difese antiossidanti naturali del nostro organismo contro i radicali liberi. Si sapeva anche che cattive abitudini alimentari aumentano il rischio di un impoverimento cognitivo, in presenza o meno di demenza. Con questa ricerca, però, viene mostrato un legame multiplo tra frutta e verdura, difese antiossidanti e abilità cognitive in totale assenza di malattie, a qualsiasi età. Al di là del proprio stile di vita – continua la dottoressa – è dunque vivamente consigliabile una consistente assunzione di questi elementi fin da bambini, per evitare il più possibile il rischio di demenza in età avanzata".
Il prossimo passo vedrà l’allargamento della ricerca a un raggio molto più ampio di soggetti, includendo pazienti affetti da Alzheimer nei suoi diversi stadi e persone con difficoltà cognitive ma non ancora rientranti nelle categorie della demenza.