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Fucino: il prezzo delle patate continua a scendere e sale la protesta

"Siamo pronti a manifestare a Roma per far sentire la nostra voce e rivendicare i diritti della patata del Fucino". Gli agricoltori sono ormai stanchi e indignati per le continue beffe subite. Dopo l'arrivo sul mercato marsicano delle concorrenti francesi, lavorate e rivendute come prodotti del Fucino (vedi precedente articolo), ci si mette anche il prezzo delle patate locali, che continua a scendere vertiginosamente. In una sola settimana si è passati da 12 a 8 euro. In un incontro di qualche giorno fa a San Benedetto dei Marsi (AQ), gli agricoltori si sono detti pronti a tutto pur di tutelare il loro lavoro e i loro prodotti.

"La borsa agricola marsicana è regolata per il 70% da tre grandi commercianti che controllano tutto", hanno spiegato alcuni agricoltori in occasione della riunione. "Sono loro che decidono il prezzo e sono loro che hanno abbassato ulteriormente il costo delle patate da 12 a 8 euro al quintale. Gli agricoltori sono stanchi e indignati allo stesso tempo". Non è solo il prezzo delle patate a calare di giorno in giorno, ma anche quello delle carote, vedute a 8 euro al quintale, delle cipolle, 18 centesimi al chilo, e del radicchio, 20 centesimi al chilo.

"Le patate del Fucino sono un prodotto che caratterizza un intero territorio, non è possibile e giustificabile assistere ad una tale situazione senza prendere le giuste misure", hanno spiegato i produttori. "E' evidente che il problema è legato alla filiera ed è inconcepibile come in questo caso il prezzo della merce lo faccia chi compra e non chi vende. La politica deve assumersi le proprie responsabilità a diverso livello, utilizzando gli strumenti che ha per tutelare una categoria da troppo tempo dimenticata: gli imprenditori agricoli".

Una delegazione del comitato pro agricoltori Abruzzo ha incontrato alcune autorità per chiedere: "di bloccare i mutui e i prestiti che i coltivatori del Fucino hanno acceso quest'anno vista la situazione di crisi che sta attraversando l'agricoltura locale, di trovare un compromesso tra i produttori di fitofarmaci, quelli di patate, quelli di semi e i distributori di gasolio, proprio perché il prezzo dei fitofarmaci e del gasolio incidono per il 65% sul costo finale del prodotto; e di far controllare dal governo l'importazione delle patate dagli altri Paesi".
Data di pubblicazione: