Capespan: siamo forti esportatori di frutta anche dalla Cina
FP: Qual è la dimensione di Capespan oggi?
R.H.: Negli ultimi 15 anni Capespan è diventato uno dei principali attori sulla scena dell'ortofrutta mondiale.
FP: Per quale ragione Capespan si è rivolta anche alle produzioni cinesi?
R.H.: Per la fornitura di frutta e verdura alle principali catene di supermercati occorre un approccio globale, in grado di garantire offerta di prodotto per dodici mesi l'anno. Ecco perché Capespan ha dovuto diversificare i mercati di approvvigionamento ben oltre la produzione sudafricana dalla quale ha preso le mosse.
FP: Su quali mercati avete puntato per la diversificazione degli approvvigionamenti?
R.H.: Attualmente, oltre ad essere il principale esportatore di frutta dal Sudafrica, Capespan è anche ai primi posti per le esportazioni da Cile e India verso i mercati europei. Giochiamo un ruolo di primo piano anche da Egitto, Perù e Messico. Dalla Cina, esportiamo ormai da ben dieci anni e siamo diventati i principali esportatori di mele e pere asiatiche destinate ai mercati europei, in particolare alle grandi catene di supermercati.
FP: Quali sono i principali prodotti ortofrutticoli cinesi che siete in grado di esportare?
R.H.: La parte più consistente è costituita da mele Fuji e da pere asiatiche, ma abbiano trattato anche litchi, kiwi e mandarini. Tutte le esportazioni vengono effettuate via mare, con partenza dai principali porti della Cina, come Qingdao, Tianjin e Shenzhen.
FP: Sotto quali marchi confezionate i prodotti cinesi?
R.H.: La maggior parte dei prodotti vengono commercializzati a marchio Capespan e forniti direttamente alle catene di supermercati britannici ed europei.
FP: Qual è il valore aggiunto che i prodotti cinesi sono in grado di offrire a Capespan?
R.H.: L'interesse verso i prodotti cinesi nacque originariamente dal fatto che si tratta di frutta per molti aspetti unica e di valore. Ad esempio, ogni singolo frutto viene fatto crescere in un sacchetto, cosa che lo protegge meglio dalle intemperie e dagli sfregamenti dei rami, oltre che dagli attacchi da parte di insetti. Ciò consente un minor utilizzo di pesticidi chimici. Inoltre, la frutta viene esposta poco al sole, cosa che conferisce a questi prodotti una colorazione particolare. Recentemente, però, la combinazione tra l'inflazione cinese e un tasso di cambio debole ha reso questa frutta più costosa.
FP: Non avete timore della concorrenza?
R.H.: La competizione diretta con altri prodotti, per esempio con le mele di produzione europea, combinata con l'attuale recessione economica, ha reso certamente la nostra offerta di merce cinese meno attraente per il mercato. Diversamente dall'industria, inoltre, il commercio di frutta è strettamente dipendente dal mondo produttivo che ne è alla base. Il successo di Capespan è stato dovuto anche ad un'adeguata selezione dei propri fornitori, sulla base della loro capacità di produrre frutta di qualità e in quantità tale da rispondere alla domanda del mercato europeo. Per noi, che ormai conosciamo la Cina da molto tempo, emerge chiaramente la tendenza di molti produttori a focalizzare la propria attenzione non più sulle esportazioni, bensì sullo sviluppo del mercato interno.
FP: Pensate di aprire Capespan - coma già altre compagnie in espansione - anche ad investitori cinesi?
R.H.: Stiamo attualmente investendo nello sviluppo del brand, proprio per cogliere in futuro questa opportunità. E' comunque molto difficile prevedere cosa accadrà in Cina, pur se vediamo chiaramente che l'interesse verso Capespan sta crescendo.
FP: La crisi finanziaria potrà condizionare simili iniziative?
R.H.: La dimensione globale della crisi economica in atto ha avuto impatto su tutti gli aspetti del commercio. Al momento, nel settore ortofrutticolo, i supermercati sembrano interessati solo al fattore prezzo e tendono a privilegiare la merce a basso costo, a scapito della qualità. I prodotti cinesi, che generalmente si collocano nella fascia alta del mercato, hanno di conseguenza perso interesse. Tuttavia, grazie ad alcune importanti catene al dettaglio che hanno inserito nei propri programmi commerciali l'offerta di mele e pere cinesi, la situazione delle vendite è risultata migliore che non sul fronte del mercato all'ingrosso. Nel frattempo, la crescita del colosso cinese non si è arrestata e per quest'anno si parla di un aumento del PIL pari all'8%, nonostante la frenata sul fronte delle esportazioni. Curiosamente, sembrerebbe che proprio la Cina possa guidare il mondo intero fuori dalla recessione.