Con il caldo decollano i consumi di angurie e meloni
In complesso, comunque, le vendite dell'intero settore, nel periodo gennaio-luglio 2009, sono cresciute, in quantità, di oltre il 4 per cento. Un trend decisamente positivo dopo i vistosi cali che si sono susseguiti dal 2006. Per tutte le produzioni, tuttavia, la nota dolente è rappresentata dal crollo dei prezzi sui campi che a giugno scorso ha segnato un drastico meno 22 per cento nei confronti dell'anno scorso. Il che sta causando non pochi problemi alle imprese agricole.
A sottolinearlo è la Cia, Confederazione italiana agricoltori, preoccupata per le difficoltà, soprattutto in termini reddituali, che incontrano gli imprenditori che devono fare i conti anche con gli elevati costi produttivi e contributivi.
In particolare, i consumi di angurie e meloni hanno trovato una decisa spinta dall'aumento crescente delle temperature. In molti, afferma la Cia, si sono rivolti verso questi due prodotti, proprio perché possiedono grandi proprietà dissetanti. L'anguria, infatti, è composta di acqua per il 95 per cento, mentre il melone per il 90%. Il resto è composto da zuccheri, vitamine e sali minerali. In quantità decisamente modeste le calorie di entrambi.
Sia angurie che meloni sono coltivati, sostiene la Cia, un po' in tutte le regioni italiane, ma soprattutto al Sud e al centro la produzione è consistente. Tuttavia, anche in alcune zone del Nord ci sono molte coltivazioni di questi particolari frutti dell'estate.
Andamento in rialzo si registra, oltre che per le angurie e i meloni, anche per le susine, le albicocche, i kiwi. Consumi stazionari, con lievi cali, si hanno, invece, per mele e pere. La prima uva che sta giungendo in questi giorni sui mercati segna un trend soddisfacente, nonostante i prezzi pagati al produttori sono in netto ribasso rispetto allo scorso anno.