Cia Emilia Romagna propone maggiore coesione nella filiera e modifiche ad alcune misure dell’OCM
"Confermiamo - sottolinea Battelli - il nostro giudizio positivo sull’accordo stipulato tra le Organizzazioni di produttori e le sigle della Grande distribuzione organizzata sul comparto delle pesche (vedi articolo correlato), ma siamo fortemente delusi dalle quantità esitate fin’ora. Per uscire dalla crisi dell’ortofrutta serve unità d’intenti nel settore, recuperando un'azione congiunta fra le diverse componenti della filiera ortofrutticola".
Dal punto dell'organizzazione del mercato a livello comunitario, Cia Emilia Romagna suggerisce un’immediata attivazione di un percorso di modifica di alcune misure dell’OCM, per rendere utile il sistema di gestione delle crisi, aumentando la flessibilità e le quantità dei ritiri di mercato attraverso la creazione di un apposito Fondo di intervento gestito in forma collettiva a livello di bacino produttivo territoriale. Inoltre, secondo Cia, vanno abbattuti i costi nelle imprese agricole (accise, credito, fiscalità, previdenza ecc.), a partire dal rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale
Tra le richieste anche l’aggiornamento e rifinanziamento della Legge 231/2005 per interventi urgenti a sostegno dei settori in crisi che, con l’aumento del cosiddetto "de minimis", potrebbe più che raddoppiare i 5 milioni di euro ottenuti dai coltivatori di pesche romagnoli per la crisi del 2004.
"Auspichiamo l’armonizzazione delle aliquote previdenziali e fiscali gravanti sul costo del lavoro agricolo all’interno dell’Unione Europea, senza intervenire sui salari percepiti dai lavoratori, per garantire una corretta concorrenza sui mercati e l’istituzionalizzazione di tavoli di filiera regionali e nazionali, a partire dall’interprofessione ortofrutticola per dare concrete e durevoli soluzioni di effettiva valorizzazione della qualità e della distintività delle produzioni italiane", conclude Cia Emilia Romagna.