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25-28 settembre

Diciannovesima sagra del pistacchio di Bronte

Dal 25 al 28 settembre sarà il pistacchio il protagonista assoluto di Bronte città di 20.000 abitanti che si trova sul versante occidentale dell’Etna incastonata tra i boschi, il fiume Simeto e i Nebrodi, collocata all’Interno di una Riserva, il Parco Naturale dell’Etna, che possiede un habitat particolarmente adatto allo sviluppo e alla conservazione di quella che è diventata la vera ricchezza, la gemma per eccellenza della città siciliana.

Il pistacchio di Bronte è unico, dolce, delicato e aromatico insieme. E’ uno spettacolo a vedersi quando non è stato ancora staccato dall’albero e i frutti formano dei grappoli con colori che vanno dal beige rosato, al rosa e al carminio, mentre, sotto il mallo, il guscio bianco fa intravedere la polpa di un verde vivo e brillante, screziata di rosso.

La coltivazione del pistacchio risale ad almeno mille anni fa quando la pianta venne importata in Sicilia durante la dominazione araba e si adattò al clima e al terreno. Gli Arabi hanno fortemente connotato gli usi agricoli e il dialetto dell’isola e questa influenza, forte e decisiva, si ritrova nel dialetto brontese che chiama il pistacchio Frastuca (da Frastuk che in arabo vuol dire pistacchio) e Frastucara la pianta. Tracce arabe si ritrovano anche nell’arte di preparare dolci al pistacchio, arte che fa di Bronte un vero e proprio paradiso per i golosi.

In Siria sorge una città chiamata Psitacco ed è da qui che pare provenga la pianta del pistacchio. Altro luogo d'origine pare sia il Turkestan. I greci e i Romani contribuirono alla sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fino a che, appunto, gli Arabi lo introdussero in Sicilia. Raffadali, in provincia di Agrigento, e Bronte, in provincia di Catania, sono le località dell'isola dove la coltivazione del pistacchio ha avuto un particolare sviluppo e continua a costituire un'importante fonte di reddito per gli abitanti.

Grazie alla capacità delle sue radici di penetrare ed insinuarsi anche nei terreni più impervi e rocciosi, il pistacchio ha attecchito anche nelle nere e inospitali sciare, il duro e aspro suolo lavico delle antiche colate che caratterizza le pendici del vulcano.

Durante il mese di settembre e solo negli anni dispari, a Bronte si è nel pieno della raccolta dei pistacchi. I contadini colpiscono con delle verghe i rami più carichi e una pioggia di frutti cade sui teli stesi per terra. Ogni due stagioni gli alberi vengono lasciati riposare, le gemme vengono accecate affinché l’anno dopo si ottenga una produzione più abbondante e una qualità migliore.

Anche per la XIX Edizione della Sagra del Pistacchio 2008 in programma molte manifestazioni e tantissimi appuntamenti golosi e stand che hanno come unico comune denominatore il pistacchio in tutte le sue preparazioni. Mostre, incontri e convegni fanno da cornice all’evento che lo scorso anno ha registrato oltre 300.000 presenze in una settimana provenienti da tutta la regione e non solo.