Spagna: ad Almeria si abbandona il ciliegino e si torna al pomodoro sfuso o grosso a grappolo
Nella scorsa stagione l'areale è stato maggiore di circa 400 ettari rispetto agli anni precedenti, in seguito alla temporanea fuga dei produttori di peperoni verso altre cultivar, come conseguenza delle peripezie sui residui (lo scandalo del 2006, quando sui peperoni spagnoli vennero rinvenuti residui di pesticidi illegali. NdR)
Minor areale, prezzi più alti?
Nonostante il fatto che questi neo-produttori di pomodoro non siano tornati alla coltivazione di peperoni, hanno lasciato i pomodori per quello che erano e sono passati anche alla produzione di zucchine e melanzane.
Lo scorso anno l'areale complessivo destinato a pomodori in Almerìa ammontava a circa 10.000 ettari, divisi in due territori: El Poniente a ovest e El Levante a est della città di Almerìa. A causa di questo enorme areale, ma anche grazie al tempo favorevole, l'offerta di pomodori sul mercato la scorsa stagione è stata abbondantissima, con il risultato che i prezzi non sono mai andati oltre i 50 centesimi di euro al chilo.
In base alle previsioni, l'areale destinato a pomodori in questa stagione ammonterà a 9.500-9.600 ettari, ma si parlava anche di 9.200-9.300 ettari all'inizio della stagione senonché un gruppo di produttori ha cominciato a coltivare melanzane e zucchine per poi passare a pomodori o altre coltivazioni.
Perciò la situazione sarà più chiara per metà ottobre. Grazie alla diminuzione delle superfici le previsioni (o le speranze?) sono che il ritorno medio dovrebbe aggirarsi sui 70 centesimi di euro al chilo, un prezzo considerato il minimo sufficiente per coprire i crescenti costi di produzione.
In particolare nell'area de El Poniente l'interesse a coltivare pomodori è diminuito proprio a causa dei prezzi troppo alti dei fertilizzanti. Dato che l'acqua del posto è priva della giusta dose di microelementi, i coltivatori sono costretti ad aggiungere maggiori sostanze concimanti per dare ai pomodori sufficiente robustezza e gusto. Questo in contrapposizione al territorio di produzione de El Levante, dove l'acqua sorgiva ha invece un alto contenuto di microelementi.
La stagione produttiva comincia quest'anno due o tre settimane prima rispetto al 2007, quando praticamente tutte le coltivazioni erano invece in ritardo. Dalla terza settimana di settembre si parlerà di forniture significative.
Meno sofisticati, più rustici
Un'altra vistosa novità di questa stagione è la variazione nell'assortimento. A causa degli scarsi risultati che si sono registrati lo scorso anno con i pomodori ciliegino e le specialità, molti produttori sono passati ai pomodori sfusi e ai grossi pomodori a grappolo. L'andamento negativo dei prezzi è dovuto alla concorrenza da parte delle aziende marocchine, come Duroc-Delassus che coltiva circa 200 ettari di pomodori ciliegino e che, secondo fonti giornalistiche, rifornisce i supermercati Sainsbury's per meno di 1 euro al Kg.
In Almeria, invece, tutto quello che si vende sotto 1,15 euro al chilo significa lavorare in perdita, perciò le aziende sono passate a nuove varietà. Secondo le stime, quest'anno sparirà un terzo dell'areale destinato a pomodori ciliegino, con un calo da 300 a 200 ettari. Anche la situazione del pomodoro perino non è buona. La cultivar maggiormente impiantata, la Reva dell'azienda sementiera Vilmorin, non è risultata resistente al virus Cuchara e molti coltivatori hanno preferito optare per una varietà di insalataro.
Murcia e Granada
Un altro cambiamento è la diminuzione delle superfici coltivate nella provincia di Murcia, dove un'azienda come la Duràn ha scelto di coltivare, su 30 ettari, non pomodori ma peperoni. E anche Granada - tradizionale produttore di pomodori ciliegino - ne produrrà di meno in questa stagione. Sebbene non siano ancora disponibili dati ufficiali e affidabili, molti produttori opteranno per la coltivazione di cetrioli e fagioli, al posto dei pomodori ciliegino.
Fonte: www.tuinbouw.nl