Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Veronese: chiesto stato di calamita' naturale per il comparto cerasicolo

L'assessore alle Politiche per l'agricoltura Dionisio Brunelli ha chiesto con una lettera al presidente della Regione del Veneto, lo stato di calamità naturale per la totale perdita di raccolto e per i gravi danni arrecati ad alcune aziende agricole del veronese dalle avverse condizioni atmosferiche dei mesi di maggio-giugno.

In particolare, il clima piovoso in coincidenza della raccolta delle ciliegie ha provocato vari danni che, per alcune aree, ha comportato la completa perdita del prodotto. Nello specifico il nubifragio delle ore 17 del 5 giugno ha coinvolto i Comuni di Marano di Valpolicella e di Negrar compromettendo non solo il raccolto delle ciliege, ma pregiudicando anche la raccolta del fieno e producendo smottamenti e crolli di muri a secco.

Dolci e sode, le ciliegie della Valpolicella (VR) sono apprezzate anche all’estero. Le varietà più antiche sono la Mora di Verona, la Mora della Punta e la Durona, cui in tempi recenti si è aggiunta la Stella. Sono cultivar a bacca rossa, di buona compattezza. Si raccolgono a maturazione e sono destinate prevalentemente al consumo fresco.

Il mercato cerasilico di San Pietro in Cariano (VR) è la prima realtà commerciale del Nord Italia in questo settore, seconda, a livello nazionale, solo a Vignola (MO). Il maltempo ha creato una situazione critica che ha praticamente privato di qualsiasi ricavo i produttori, che sono in gran parte soci di una cooperativa locale.

Fonte: giornaleadige.it