Pere italiane: minori volumi, qualita′ eccellente
Nello specifico, abbiamo flessioni più marcate per Max Red Bartlett (-26%), Guyot (-21%), Passacrassana (-20%) e meno evidenti, ma comunque significative, per varietà importanti quali William (-13%), Conference (-17%) e Decana (-11%). La riduzione è più contenuta per la varietà più importante, cioè l’Abate (-5%) e per la pera Kaiser (-3%).
Nella principale area produttiva, l’Emilia Romagna, la produzione della specie (581.000 ton) si è ridotta dell’11%, rispetto all’anno scorso (dati previsionali). Considerata l’importanza della regione, le variazioni percentuali delle diverse varietà non si discostano di molto da quelle riportate a livello nazionale.
Relativamente alle altre regioni, si può sottolineare la maggior flessione del Veneto rispetto l’anno scorso: -16%, risultante da variazioni negative poco sopra il 10% per William e Abate e da variazioni ben più elevate su Conference e Kaiser, entrambe in calo del 18%.
Per quanto riguarda le pezzature, elemento determinante per la qualificazione del prodotto, quest’anno sono generalmente buone; si riscontra una maggiore variabilità nelle province di Modena e Ravenna, soprattutto sulle varietà Conference, William e Max Red Bartlett. A livello di requisiti qualitativi, oltre alla pezzatura possiamo affermare che, ad esempio, la pera Abate sulla base di una indagine realizzata da CNR IBIMET - in collaborazione con CSO nell’ambito di un progetto di Filiera promosso da CRPV - presenta quest’anno in media un grado zuccherino medio superiore ai 16 gradi Brix alla raccolta, con punte addirittura superiori ai 20 gradi Brix. Si tratta di indici estremamente positivi e favorevoli per i consumi.
A livello di scambi commerciali con l’estero, si può affermare che le potenzialità di esportazione delle pere italiane sono molto più elevate rispetto alle quote attualmente collocate sui mercati europei. Si esporta mediamente il 15% della produzione nazionale. Per favorire la conoscenza del prodotto e l’esportazione, il CSO, attraverso il progetto Fruitness, sta promuovendo le pere presso i punti vendita della grande distribuzione europea, in particolare in Inghilterra, Svezia, Austria, Germania e Polonia e si può affermare che, rispetto all’anno scorso, le iniziative dedicate alle pere e accettate dalle catene della GDO estera sono in aumento.
Le potenzialità di esportazione potrebbero inoltre ampliarsi anche verso i Paesi Terzi, in particolare verso USA, Canada e Russia. Attualmente gli scambi diretti con gli USA sono preclusi da barriere fitosanitarie e sono in corso accordi tra Ministero Italiano e Governo Statunitense per la conclusione di accordi sul tema.
Le potenzialità dell’annata appaiono quindi abbastanza positive, anche se è troppo presto per delineare un andamento della domanda sostenuto o una tenuta dei prezzi. Sul piano della promozione della Pera IGP dell’Emilia Romagna, la campagna è partita molto bene, con incrementi nelle vendite mediamente superiori al 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta di segnali positivi, che dovranno trovare conferma nel prosieguo della campagna.