I quantitativi esportati hanno subìto una lieve diminuzione (-0,7%), ma il valore dell'export è cresciuto del 4,8%. D'altra parte, a fronte di un leggero aumento dei prodotti importati (+0,4%), il valore complessivo dell'import si è mantenuto stazionario (-0,1%). L’Italia ha importato circa 2 milioni e 800 mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di circa 2 miliardi e 350 milioni di euro.
La tabella qui sotto indica la variazione degli interscambi 2006 (rispetto al 2005) per singolo comparto, con riferimento ai quantitativi e al controvalore.
| Prodotto | Var % volume export 2006-2005 | Var % volume import 2006-2005 | Var % valore export 2006-2005 | Var % valore import 2006-2005 |
| Ortaggi | +11,3 | -6,7 | +8,8 | -1,2 |
| Agrumi | -0,7 | -3,2 | -0,4 | -5,7 |
| Fru.fresca | -5,6 | -2,3 | +7,7 | +4,4 |
| Fru.secca | -9,8 | +5,2 | -16,7 | +4,1 |
Per gli ortaggi, l'Aneioa sottolinea che il saldo quantitativo export/import è a favore delle importazioni, mentre quello valutario è in favore dell'export. Per la frutta fresca, il risultato in termini di valore è il migliore mai registrato dal 2000.
Con riferimento ai singoli prodotti, la stagione 2006 è stata molto positiva per kiwi, fragole, pomodoro (specialmente datterino e ciliegino) e patate.
Il kiwi ha registrato una produzione record (quasi 500.000 tonnellate), con aumenti produttivi specialmente nel Piemonte e nel Lazio. Malgrado ciò, la domanda è sempre rimasta costante, garantendo quotazioni stabili per il prodotto.
Le fragole hanno risentito positivamente del caldo e ne hanno beneficiato su due fronti: ottima la qualità e anticipo della raccolta di oltre un mese, che ha permesso di battere sul tempo la concorrenza del prodotto estero.
Abbastanza lineare la campagna per mele, pere e ciliegie. La produzione di mele in Europaè stata inferiore di circa il 10% rispetto al 2005. La qualità ottima,con ritmi accettabili di commercializzazione per tutta la campagna.
Perle pere, invece, la produzione nazionale è cresciuta del 10% rispettoal 2005, con incrementi cospicui soprattutto per le varietà Abate Fetel, William e Decana. Buona la qualità e gli scambi, specialmente per il prodotto di grossa pezzatura.
Buona la qualità, la domanda e le quotazioni anche per le ciliegie, che hanno vissuto un andamento positivo all'inizio e sul finire della stagione.
Deluse le aspettative invece sul fronte di albicocche, pesche e nettarine dove - secondo l'Aneioa - i minori quantitativi avevano lasciato presagire risultati commerciali più brillanti. Infatti la produzione di albicocche in alcune zone - soprattutto al Sud - è calata tra il 40 e il 70 per cento, ma le quotazioni non hanno mai raggiunto livelli soddisfacenti.
Per le pesche e nettarine, favorite da minori quantitativi e da ottima qualità, si era avviata campagna vivace, che però si è interrotta a metà anno, a causa di un'improvvisa frenata della domanda ad agosto. La campagna è risultata comunque migliore rispetto al 2004 e al 2005.
Decisamente difficile invece la campagna commerciale per uva da tavola e arance. L'anno 2006 per l'uva da tavola, soprattutto pugliese, si è trascinato tra mille difficoltà. L'export verso la Germania - principale mercato di riferimento - è crollato del -35%, dopo il ritiro dalla vendita di partite di prodotto con residui considerati fuori norma. Leggermente migliore la situazione per il prodotto siciliano.
Le arance hanno risentito della siccità, che ha influito sulla qualità del prodotto. Scarsa la domanda e insoddisfacenti le quotazioni.
Per la frutta secca, produzione record di nocciole, passate nel 2006 dalle 90.000 alle 135.000 tonnellate rispetto al 2005.