Nella sua relazione preliminare, l'Aneioa ha sottolineato gli aspetti normativi e macroeconomici con i quali l'ortofrutta italiana deve confrontarsi. Oltre ai nuovi negoziati in sede WTO e alla riforma europea dell'OCM, il dato più significativo che emerge è il progressivo spostamento del baricentro del commercio mondiale verso est.
Le previsioni - secondo quanto riportato dall'Aneioa - indicano che nel 2050 la Cina diventerà la prima potenza economica, mentre l’India si posizionerà al terzo posto, alle spalle degli Stati Uniti. Entro il 2010 è previsto il raddoppio del reddito medio pro-capite della popolazione cinese, il cui ceto medio spende in alimentari il 30-40% della propria ricchezza e consuma regolarmente prodotti ortofrutticoli.
L'Aneioa ricorda che esistono tuttora alcune difficoltà per l'export di prodotti ortofrutticoli verso la Cina o l'India e invita la diplomazia italiana a negoziare le modalità per fare breccia anche in quei mercati.
Secondo l'Aneioa sarebbe opportuno che l'Europa si dotasse di una politica di ampio respiro, volta alla definizione di un piano strategico globale per l'ortofrutta, che tenga conto della salute e della qualità, della nutrizione, della promozione e, soprattutto, dello sviluppo del commercio internazionale.
Le principali problematiche da affrontare in sede europea sono la stagnazione dei consumi, dovuta anche a una generale ignoranza sugli aspetti benefici dei prodotti ortofrutticoli, la difficoltà a competere con i nuovi paesi emergenti, la difficoltà a penetrare nuovi mercati, la mancanza di armonizzazione sui residui massimi ammessi.
Proprio su quest'ultimo punto, l'Aneioa ricorda la severità degli standard di conformità a cui la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli è soggetta e ritiene dunque ingiustificati gli allarmi sulla salubrità dei prodotti, come avvenuto in una recente iniziativa intrapresa da Greenpeace in Germania (vedi articolo correlato).
Per quanto concerne l'Italia, secondo l'Aneioa solo un ridotto numero di prodotti italiani resteranno leaders del mercato, mentre molti saranno relegati a completamento. I nuovi paesi che si stanno affacciando come competitori nel settore ortofrutticolo producono infatti a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle italiane e la grande distribuzione, detentrice di quote crescenti di mercato, tende a prediligere prodotti sicuri, ma sempre più economici.
L'Aneioa suggerisce al settore ortofrutticolo di proporsi almeno alcuni obiettivi minimi per non perdere in competitività: qualità, innovazione e ricerca, per esempio, dovranno avere priorità assoluta.
Sarà inoltre importante valorizzare il legame con il territorio, realizzare una seria azione di formazione degli addetti della filiera e un ammodernamento della rete logistica. Necessaria anche la presenza istituzionale in paesi strategici, che fornisca utili informazioni su quello che succede nei mercati esteri e nei bacini di produzione.