Il 2023 è stato un anno devastato dalle calamità, in Emilia Romagna: prima una forte gelata (6 aprile), poi una doppia alluvione nelle zone del basso bolognese e soprattutto in Romagna (maggio) e infine, per non farsi mancare nulla, un tornado ad Alfonsine (Ravenna). Ci sarebbe anche l'invasione delle cavallette nelle colline di Cesena, ma per ora ci fermiamo alle prime tre disgrazie.
Alluvione in Romagna, maggio 2023
"Nonostante tutto questo - spiega Anna Maria Minguzzi, titolare di azienda ad Alfonsine - dalle istituzioni ancora non abbiamo avuto alcun riscontro positivo, o meglio: tutto sembrava essere partito nel migliore dei modi, con diversi politici accorsi sui luoghi dei disastri e promesse di indennizzi rapidi per poter ripartire. Invece, alla data del 2 maggio 2024, quindi 13 mesi dopo la gelata, 12 mesi dopo l'alluvione e 10 mesi dopo il tornado, di soldi neanche l'ombra".
Tornado ad Alfonsine, luglio 2023 (foto Cia Romagna)
La Regione Emilia Romagna ha stabilito che i fondi per la ricostruzione degli impianti frutticoli distrutti sarebbero arrivati tramite il PSR. Le domande per i danneggiati dall'alluvione sono state presentate entro il 6 novembre 2023, ma ancora non si sa quando arriveranno i fondi e in che misura.
"Stessa cosa per i danneggiati dal tornado. Alcune aziende hanno avuto gli impianti totalmente distrutti e i fabbricati gravemente danneggiati. Ricordo che per allestire un nuovo frutteto protetto da reti servono almeno 80mila euro a ettaro, senza contare i mancati introiti durante la fase di allevamento".
Effetti del tornado ad Alfonsine, luglio 2023 (foto Cia Romagna)
Sono migliaia le aziende agricole che in tutta la Romagna sono ancora in ginocchio a causa delle calamità naturali: "Agricat - conclude Anna Maria Minguzzi - è uno strumento che si sta rivelando assolutamente inadeguato. Alle imprese agricole servono risposte certe e in tempi celeri. Invece, dopo un anno, di concreto c'è solo la disperazione degli agricoltori, che non sanno come fare ad andare avanti".