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Fabbricazione macchine agricole e ricambi: luce rossa dal Governo, ancora niente riaperture

Da oggi, 14 aprile 2020, si assiste alle graduali riaperture per alcune attività produttive, commerciali e industriali. E' ciò che prevede il DPCM del 10 aprile (clicca qui per scaricarlo), il quale, al contempo, prolunga la quarantena degli italiani fino al 3 maggio. Nel nuovo decreto, però, rimangono escluse le attività connesse alla fabbricazione delle macchine agricole, precedentemente consentite dal Decreto del 22 marzo e poi sospese, pochi giorni più tardi, con le modifiche del Ministero dello sviluppo economico.

In queste settimane di lockdown, mentre le imprese agricole continuavano a produrre e a commercializzare malgrado le diverse sospensioni commerciali, comprese quelle della fabbricazione di macchine per l'agricoltura (codice Ateco 28.30), i produttori lamentavano le difficoltà nel lavorare la terra, perché necessitavano di nuove attrezzature o ricambi agricoli.

Eppure le associazioni di categoria erano certe che il commercio all'ingrosso e la fabbricazione di trattori, macchinari, attrezzature e forniture agricole sarebbe stato incluso nel nuovo decreto di Giuseppe Conte; invece, sembra permanere lo stop per tutte queste attività, mentre sono consentite quelle relative alle riparazioni delle macchine agricole.

In una nota di FederUnacoma si legge il commento del presidente Alessandro Malavolti: "E' una concezione medievale dell'agricoltura e delle attività in ambiente rurale. Nessuna lavorazione può essere eseguita manualmente, senza macchine e ricambi adeguati. Molti sono i mezzi meccanici ordinati per le lavorazioni stagionali più urgenti che non potranno essere consegnati, con danni incalcolabili soprattutto per le produzioni alimentari".