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Gli impatti sul mercato spagnolo

Marocco: quasi un mese di anticipo per la raccolta delle angurie

La varietà Crimson, prodotta in Marocco, sta guadagnando terreno sul mercato spagnolo. Ha una forma pressoché sferica, un colore verde o striato, ed è disponibile nella versione con o senza semi. Inoltre è molto grande, con una buccia spessa e un sapore molto dolce, ed è piuttosto competitiva dal punto di vista del prezzo, soprattutto perché il costo della manodopera in Marocco è di gran lunga inferiore a quello della Spagna. Il prezzo all'ingrosso è di circa 0,60 euro al chilo. In alcune catene al dettaglio, è possibile acquistare al prezzo di 0,80-0,85 euro al chilo.

Il motivo della crescente popolarità è che le angurie marocchine arrivano sul mercato quando la stagione spagnola non è ancora cominciata. Solo ora sta cominciando la stagione spagnola ad Almeria, dove sono stati piantati oltre 9.000 ettari, e la cui produzione annua arriva a 558mila tonnellate. "Le prime angurie offerte da Almeria sono arrivate sul mercato all'ingrosso con un prezzo di circa un euro al chilo", sostiene il presidente dell'Associazione di commercianti ortofrutticoli di Mercamálaga, Pedro Machuca.

Un notevole anticipo
In Marocco, per questioni legate al clima, la campagna di raccolta delle angurie è cominciata con 25-30 giorni di anticipo.

L'anguria costituisce il frutto marocchino maggiormente importato sul mercato spagnolo. Nel 2017 il volume delle importazioni è aumentato del 62%, arrivando a oltre 61.000 tonnellate.

Nel 2017 il Marocco ha rappresentato il 22% delle importazioni ortofrutticole complessive della Spagna. Il secondo maggiore fornitore del Paese è la Francia, con 824.003 tonnellate nel 2017.

L'arrivo delle angurie marocchine sul mercato spagnolo è fonte di preoccupazione per la ASAJA Almeria, dal momento che il frutto arriva sui mercati nazionali ed europei prima di quello spagnolo, e qualsiasi tipo di incremento produttivo o ampliamento delle coltivazioni ha inevitabilmente un impatto sulla stagione primaverile di Almeria. L'organizzazione agricola ritiene che una situazione di sovrapproduzione potrebbe essere sfruttata dai rivenditori al dettaglio per abbassare i prezzi riconosciuti ai produttori.

ASAJA Almeria ha inoltre segnalato come sempre più aziende spagnole stiano anch'esse producendo e importando meloni e angurie da Marocco e Senegal, inondando il mercato e provocando un calo dei prezzi all'origine proprio nel momento in cui comincia la stagione di Almeria.

Le produzioni spagnole e il mutamento della domanda
Nel 2017, Malaga ha destinato 105 ettari alle coltivazioni in campo aperto, e solo 3 alla produzione di angurie in serra. Secondo i dati pervenuti dal governo regionale, il volume della produzione è ammontato a 4.161 tonnellate. In Andalusia l'areale complessivo è stato di 11.245 ettari (8.940 ad Almeria), e la produzione ha raggiunto le 660.225 tonnellate (558.223 solo ad Almeria).

Nella provincia di Malaga la semina delle angurie comincia nel mese di febbraio, e vengono effettuate ogni 15-20 giorni, con l'obiettivo di ottenere una produzione scaglionata, in modo da prevenire la saturazione del mercato.

I produttori di Malaga stanno notando dei cambiamenti nella domanda. Sebbene i consumatori preferissero generalmente le angurie di grosso calibro, i gusti si stanno trasformando e i piccoli calibri stanno diventando più popolari. Le famiglie spagnole sono sempre meno numerose, e ciò fa virare la domanda verso formati più piccoli. Pertanto, da qualche tempo i negozi stanno offrendo angurie già tagliate in quarti o a metà. Qualche anno fa, nei negozi, era normale trovare angurie che pesassero più di 11 kg, ma per questa campagna sembra che saranno più piccole (non più di 7-8 kg). Al contempo, in Europa i commercianti non vogliono angurie che pesino più di 4,5-5 kg.

Un ulteriore cambiamento è dato dalla crescente domanda per le angurie senza semi. A Malaga il 90% delle varietà attualmente coltivate sono senza semi. Secondo i produttori della regione, le angurie andaluse e, naturalmente, quelle di Malaga, sono più dolci di quelle marocchine.

Fonte: diariosur.es
Data di pubblicazione: