Convegno su Soluzioni tecnologiche innovative per valorizzare gli scarti degli agrumi
In particolare, è stato evidenziato come sia possibile implementare un processo innovativo per l'essiccazione a bassa temperatura del 'pastazzo' (gli scarti degli agrumi, pari a circa il 60% della materia prima, la cui produzione in tutta Italia è di circa 500mila ton l'anno) per realizzare a costi sostenibili prodotti da destinare al 'food e feed' (cibo e mangime). Inoltre, il progetto ha permesso di ricavare estratti di bioflavoinoidi da impiegare nell'industria di functional food, farmaceutica e cosmetica.
Coinvolti nel progetto sono stati il Ministero dello Sviluppo Economico, il CREA di Acireale, il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell'Università degli Studi di Catania, il Consorzio di ricerca della filiera carni della Sicilia e le aziende Agrumigel e F.lli Calabretta. Queste ultime due sono i soggetti beneficiari che hanno avuto la possibilità di sperimentare, all'interno dei propri stabilimenti, le tecnologie all'avanguardia impiegate nello studio.
Sopra: Antonino Calabretta (Azienda F.lli Calabretta) e Antonino Imbesi (Azienda Agrumigel).
Altresì coinvolti l'Ordine dei tecnologi alimentari e di Sicilia e Sardegna e il Consiglio della Federazione Regionale degli Ordini dei dottori Agronomi e Forestali di Sicilia, l'Ordine dei Chimici di Catania e il Distretto degli Agrumi di Sicilia.
Il direttore del CREA di Acireale, Paolo Rapisarda ha sottolineato: "Nel corso del convegno è stato ampiamente dimostrato come il pastazzo, fino a poco tempo fa considerato esclusivamente uno scarto, possa e debba essere impiegato come un sottoprodotto per fare reddito lungo tutta la filiera. Le risultanze innovative della ricerca sono immediatamente trasferibili. Basti pensare che le percentuali di ogni singolo derivato ottenuto dalla trasformazione degli agrumi consiste per il 35 - 40% in succo, per lo 0,2 - 0,5% in oli essenziali e per il 60 - 65% in pastazzo".
Paolo Rapisarda
Non sono mancati i moniti sulla situazione attuale del commercio internazionale degli agrumi, come ad esempio quello di Federica Argentati, presidente del Distretto degli Agrumi di Sicilia, la quale ha posto l'accento "sulla necessità di intensificare i controlli sull'ingresso indiscriminato di succhi provenienti da Paesi extra UE".
Federica Argentati
Il progetto SOCRATE ha dunque dimostrato come sia possibile "riutilizzare i materiali, senza la necessità di alcuno spostamento della scorza al di fuori dell'azienda o dal silos di raccolta", così come evidenziato da Domenico Marchese di Opera Consulting, "evitando un costo annuale del trasporto per l'industria di trasformazione pari a 5.250.000 Euro".
"Utilizzando le tecnologie sperimentate (tecnologie tipo Slurry) - ha detto tra l'altro Marchese - si può evitare la dipendenza dal trasporto su gomma o su nave e non è necessario ricorrere a discariche o ad altre forme di smaltimento. La gestione rimane completamente all'interno dell'azienda, con un ulteriore beneficio dovuto al recupero dell'olio essenziale rimasto ancora nella scorza. Altro elemento su cui porre l'attenzione è l'assenza di qualsivoglia tipo di scarico da trattare, con nessuna emissione in atmosfera e nessun rischio di fermentazione, dunque nessun cattivo odore".
Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Francesco Zecca, docente di Economia ed Estimo rurale, che ci ha rilasciato una videointervista (vedi qui sotto).
Intervista Prof. Zecca
Il pastazzo, quindi, non è più una terribile zavorra ma un nuovo prodotto per il mercato con applicazioni energetiche, mangimistiche e alimentari. Utilizzare il pastazzo così come suggerito dalle conclusioni del progetto SOCRATE, lo assimila finalmente a una fonte preziosa di ricavo economico sostenibile.