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Arrivano anche in Sicilia le coltivazioni superintensive di mandorla

"Abbiamo scelto di coltivare questa pianta per il desiderio di ripristinare i vecchi mandorleti che negli ultimi anni, in Sicilia, sono quasi del tutto scomparsi, in specie nelle province di Catania e Enna. L'intenzione è quella di dare alla coltivazione un aspetto innovativo". Così Lorena Giusto, contitolare dell'omonima azienda agricola, che conduce assieme alla sorella Enrica.


Sopra: mandorleto superintensivo in Sicilia

L'Azienda agricola Giusto sita a Mirabella Imbaccari (CT), sorge in un'area in cui i mandorleti sono parte integrante di un'antica tradizione colturale. Si tratta di un'azienda giovane, sia perché è stata costituita solo da qualche anno, sia perché a gestirla sono giovani che hanno tanta voglia di mettersi in gioco. Nel 2015, parte del fondo aziendale viene destinata alla coltivazione di mandorla, con 3 ettari e mezzo sui 40 totali.

L'idea nasce dalle due sorelle, Lorena ed Enrica Giusto, rispettivamente un ingegnere gestionale e una futura agronoma, che decidono di far conciliare le due professioni creando un'azienda che le accomuni.


Enrica e Lorena Giusto

"L'innovazione apportata dall'azienda è quella di investire sul mandorleto mediante sistema superintensivo - spiega Lorena, l'ingegnere, - che si estende su una superficie di 3 ettari e mezzo, per un totale di 6000 alberi. Un investimento non indifferente e in cui i rischi certamente sono molto alti, poiché si tratta di uno dei primi mandorleti ad alta densità presenti in Sicilia, con tutte le possibili avversità e gli eventuali svantaggi della fase iniziale".

A snocciolare dati e statistiche, che hanno condizionato le scelte aziendali è ancora Lorena Giusto: "Nel quinquennio 2008-2012, l'Italia si è piazzata al terzo posto come produttore mondiale di mandorle, mentre si è verificato un boom della produzione statunitense, passata da 631mila tonnellate a 1 milione di ton. Questo perché gli Stati Uniti, per merito delle coltivazioni intensive californiane, sono arrivati a controllare sia il 47% della produzione mondiale per quantità sia il 60% dell'export complessivo di mandorle sgusciate e non".

"Storicamente, fino agli anni Sessanta l'Italia deteneva il primato mondiale per la produzione di mandorle. Negli ultimi 50 anni, invece, si è verificato un crollo - in picchiata! - del 70%."



Analizzando l'attuale situazione della mandorla a livello nazionale, i maggiori produttori sono Sicilia e Puglia, che insieme riescono a coprire il 95% della produzione italiana. "La nostra isola - prosegue Lorena - con il suo clima e i suoi vasti terreni, riesce a dar luogo a prodotti di ottima qualità. Nonostante tutto, l'Italia rimane purtroppo uno tra i maggiori importatori di mandorle, giacché le produzioni locali non riescono a coprire la domanda del mercato. Pertanto è un vero peccato non sfruttare queste possibilità".

La prospettiva è il passaggio dai sistemi tradizionali ai sistemi di impianto ad alta densità, che si caratterizzano per la gestione non di singole piante, bensì di una parete con elevatissimo grado di meccanizzazione. Questo nuovo modello punta a conseguire la riduzione della mole degli alberi, con il ricorso a portainnesti nanizzanti adatti per impianti fitti.

Il modello superintensivo garantisce una serie di vantaggi, come la rapida entrata in produzione già a partire dal secondo/terzo anno, con una resa di oltre 6/7 ton a ettaro, cioè all'incirca 3,5 kg a pianta; la riduzione dei costi colturali grazie alla meccanizzazione integrale sia per la raccolta sia per la potatura con specifici macchinari di ultima generazione; aumenta l'efficacia dei fitosanitari; inoltre c'è da considerare l'aumento della redditività, grazie alla riduzione del lavoro manuale.



Il sistema superintensivo è caratterizzato da un particolare sesto di impianto: gli alberi si distanziano l'un l'altro lungo il filare di solo 1,20 metri, con un'altezza massima di 1,50 metri, mentre la distanza tra i vari filari è di 4 metri. Questa particolare statura nanizzata e la disposizione in filari, agevola la raccolta meccanica utilizzando la macchina scavallatrice, che è in grado di raccogliere il 98% dei frutti. Permette un raccolto rapido e selettivo, al giusto grado di maturazione, senza provocare danni rilevanti né al frutto né alla pianta. La velocità di raccolta si colloca sulle 3 ore a ettaro.

Anche le lavorazioni sono fatte meccanicamente come la cimatura e la potatura laterale
Fondamentale è la scelta varietale. Per un impianto ad alta intensità si richiedono alcune caratteristiche, prima tra tutte l'autofertilità, ossia la messa a frutto e quindi l'elevata produttività. Ma contano anche elementi quali una fioritura tardiva (prima decade di marzo), che permette così di evitare il classico periodo di fioritura invernale, durante il quale è sempre alle porte il pericolo di gelate e la possibilità di avere una raccolta anticipata, che permette di entrare per primi sui mercati quando i prezzi sono ancora elevati.

Tutte queste proprietà sono riscontrabili nella varietà autoctona Tuono; quella scelta per realizzare l'impianto aziendale. Si tratta di una mandorla dolce e gustosa, di buone dimensioni (4,5 g) e appuntita, con guscio semiduro.

"Quest'anno abbiamo ottenuto il primo raccolto - dice dal canto suo Enrica - con una resa pari al 35%. Sono state raccolte 4 tonnellate di mandorle; più di mezzo chilo a pianta. C' è stato un buon riscontro tra quanto stimato e quanto effettivamente prodotto. La raccolta è avvenuta manualmente durante la seconda settimana d'agosto, poiché l'impianto non è ancora a pieno regime e dunque non è possibile ammortizzare ancora l'acquisto del macchinario per la raccolta, ma si pensa di acquistarla per il prossimo anno".

Della mandorla non si butta via niente: infatti anche il mallo viene venduto come ingrediente per i mangimi dei bovini. Attualmente l'azienda è in trattative con alcune aziende che si occupano di mangimi. I gusci sono stati distribuiti anche a pizzerie e fornai locali, per alimentare i forni.

Parte del raccolto aziendale (circa il 30%) è stato venduto all'ingrosso (con guscio) ai prezzi rilevati dalla rete ISMEA, mentre il restante 70% è stato impiegato nella trasformazione del prodotto in pesto e crema spalmabile dolce di mandorla.

Altro consistente capitolo che riguarda l'Azienda Giusto è la coltivazione, su una superficie di un ettaro, di asparagi.

Come spiegano le titolari: "Si tratta di un prodotto di nicchia, per questo rispettiamo le caratteristiche richieste dal disciplinare: colore verde, gambo dritto con apice ben serrato e con diametro di almeno 11 millimetri. Il rispetto delle regole prescritte nel disciplinare di produzione garantisce un ortaggio unico, fresco, da consumare in stagione, che presenta un tipico gusto dolce-amaro. La stagionalità va da gennaio a giugno".



La coltivazione viene effettuata sia in coltura protetta, attraverso una semplice protezione con tunnel coperti da film plastico, sia in pieno campo. Le tecniche colturali a basso impatto ambientale secondo i principi della lotta integrata e delle buone pratiche agricole, il rispetto scrupoloso del disciplinare di produzione e delle pratiche di buona prassi igienica ne assicurano ottime caratteristiche igienico-sanitarie per la tutela della salute del consumatore.

Qui si distinguono 5 diverse categorie destinate alla commercializzazione:
  1. asparagi "Extra" in mazzi da ½ Kg - lunghezza massima 27 cm, colorazione verde per oltre i 3/4 della lunghezza, apice ben serrato, assenza di alterazioni e difetti, diametro dei turioni misurati a 1/2 altezza > 12 mm, calibro medio 16-18 mm;
  2. asparagi "Prima" in mazzi da ½ Kg - lunghezza massima 27 cm, colorazione verde per oltre i 3/4 della lunghezza, apice ben serrato, assenza di alterazioni e difetti, diametro dei turioni misurati a 1/2 altezza compresa tra 8 mm e 12 mm, calibro medio 10 mm;
  3. asparagi "seconda" in mazzi da ½ Kg - lunghezza massima 27 cm, colorazione verde per oltre i 3/4 della lunghezza, apice aperto, possibile presenza di alterazioni e difetti, diametro dei turioni misurati a 1/2 altezza > 8 mm;
  4. asparagi "asparagina" in mazzi da ½ Kg - lunghezza massima 27 cm, colorazione verde per oltre i 3/4 della lunghezza, apice aperto, presenza di alterazioni e difetti, diametro dei turioni misurati a 1/2 altezza compresa < 8 mm;
  5. asparagi "punte" sfusi in cassetta da 6 Kg – lunghezza massima 12 cm, colorazione verde.
Per quanto riguarda la commercializzazione, attualmente è rivolta solo al consumatore finale tramite la partecipazione a fiere di settore e la vendita diretta in azienda. E' in corso di costruzione il sito aziendale al quale sarà abbinata la sezione di e-commerce.

Contatti:
Az. Agr. Giusto

Via Marconi, 131
95040 - Mirabella Imbaccari (CT)
Tel.: +39 0933992695
Email: az.giusto@hotmail.com