Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La testimonianza di Rob Cullum dell'inglese Pacific Produce sulle vendite di lime

Con 10 sterline a cartone verrebbe da pensare che tutti siano felici

Le alte temperature europee sono ottime per la vendita di lime, ma ciò non è tuttavia positivo per tutti gli importatori, soprattutto per quelli che lavorano con contratti a lungo termine.

"Una forte domanda, con conseguente innalzamento dei prezzi, per noi non va bene - ha spiegato Rob Cullum della ditta importatrice inglese Pacific Produce - I picchi della domanda non aiutano nessuno. Con 10 sterline a cartone verrebbe da pensare che tutti siano felici, ma da qualche parte c'è qualcuno che sta perdendo dei soldi per sostenere quel prezzo. Il prezzo di vendita al pubblico dei lime in Gran Bretagna non si modifica molto nel corso dell'anno, quindi queste impennate non riflettono la quotazione al dettaglio sugli scaffali".

Secondo Rob i lime sono un prodotto davvero difficile da gestire, con frequenti alti e bassi che non si possono prevedere. "Al momento il Messico non ne possiede quando dovrebbe, e il Brasile sta per iniziare un nuovo raccolto dopo un periodo di 6 mesi di qualità medio-bassa, e sta comprensibilmente chiedendo un aumento dei prezzi".

Quando hanno inviato frutta di bassa qualità sono stati investiti da reclami, e ora che hanno notato la ripresa del mercato, e che sono in possesso di frutti di buona qualità, possono richiedere prezzi più alti. Questo succede in concomitanza con il fatto che il Messico invia volumi ridotti, e che gli Stati Uniti rappresentano una facile alternativa di commercializzazione.

Anche altri Paesi stanno esportando lime, ma non ne producono volumi sufficienti a soddisfare la domanda di mercato in assenza dei produttori più importanti. "Abbiamo, ad esempio, avviato un'operazione in Guatemala, Paese che è molto progredito in termini di disponibilità e qualità negli ultimi anni - ha spiegato Rob - ma ovviamente qualsiasi nuovo fornitore avrà di frequente gli stessi identici problemi di domanda e offerta dei due più importanti, Brasile e Messico".



"Quando i prezzi sono così alti, le persone vengono allo scoperto e peggiorano la situazione. Anche i commercianti dei Paesi d'origine si stanno affannando alla ricerca di frutta: essendo persone che solitamente non hanno a che fare con questo tipo di prodotti, potrebbero non rispettare le norme tecniche. La frutta spedita potrebbe pertanto arrivare a destinazione con una qualità inferiore a quella richiesta, e qualcuno deve occuparsi di riordinare il casino generale. Alla fine l'intero mercato crollerà, e le persone ne rimarranno colpite".

I prezzi dei lime possono senza dubbio toccare gli estremi, a volte costano 1 sterlina a cartone, altre volte 10 sterline. "E' difficile prevedere ciò che accadrà e non è possibile conservare questi frutti per averne in caso di necessità".

Il Perù non è un player mondiale nel settore del lime. E' in grado di produrne per 12 mesi l'anno, ma i volumi spediti in Europa sono solo una goccia nell'oceano rispetto a Paesi come il Brasile: le esportazioni totali del Perù in un anno sono eguagliabili ad una settimana di esportazioni del Brasile. Il Perù in effetti produce volumi notevoli di lime Sutil, usati per il ceviche, una ricetta a base di pesce marinato, ma questi sono piccoli, con i semi, molto aspri e con una ridotta conservabilità, e non sono pertanto adatti all'esportazione in Europa. Il Paese invia limitate quantità della varietà Tahiti, ma queste esportazioni sono per ora ancora agli inizi con ordini sporadici. Una delle principali destinazioni è il Cile: il trasporto richiede meno tempo, e ha una maggiore tolleranza nei confronti di frutti dal colore pallido.

Rob prevede scarsità di prodotto per almeno altre 4-5 settimane, ma dopo tre settimane di prezzi elevati il consumo diminuirà certamente. Il bel tempo potrebbe sostenerne i volumi per un certo periodo, ma alla fine diminuiranno anch'essi. "Ove possibile, le persone rimpiazzeranno il lime con il limone. I servizi di ristorazione, ad esempio, useranno il lime solo nei mojito, e non più in Gin tonic o Coca-Cola".

I prezzi dei limoni sono molto lontani da quelli dello scorso anno nello stesso periodo, soprattutto per via dei maggiori volumi in arrivo dall'emisfero settentrionale e le estese piantagioni del Sudafrica. Se si considera che il prezzo di un cartone da 15 chili di limoni non è molto diverso dal prezzo di un cartone da 4 chili di lime, si può immediatamente comprendere perché le persone cercano di sostituire il lime con il limone quando possibile!

I prezzi dei limoni in Gran Bretagna sono più economici dello scorso anno di circa 10 sterline a cartone. In passato, quando un prezzo molto alto dei limoni coincideva con una scarsità di lime, la scelta dei consumatori era forzata. Ma oggi l'opzione limone è abbastanza più semplice.

Per maggiori informazioni:
Robert Cullum
Pacific Produce
Tel. +44 (0) 1865877801
Email: rob@pacificproduce.co.uk
Web: www.pacificproduce.co.uk

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: