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Frutta nelle scuole: albicocche spagnole in Romagna e i genitori protestano

A tutto c'è una spiegazione, anche se talvolta non è semplice comprenderla. Anche se a volte è illogica. Anche se a volte ha davvero poco senso. Stiamo parlando del progetto Frutta nelle scuole, partito con un fortissimo ritardo e che ora cerca di riguadagnare il tempo perduto. E, si sa, la fretta difficilmente porta a buoni risultati. Ne avevamo accennato anche su queste colonne (cfr. FreshPlaza dell'8 marzo 2017) auspicando che si puntasse sulla qualità.


Le albicocche spagnole date ai bambini di Montiano, zona a forte vocazione nella produzione di albicocche

Ieri, giovedì 25 maggio 2017, un genitore di un bambino di Montiano (Forlì-Cesena) si è fatto sentire perché il figlio ha portato a casa una confezione di albicocche. Gabriele Borghetti si è scandalizzato perché i finanziamenti europei e del Ministero per le Politiche agricole sono serviti a pagare albicocche spagnole.

"Mi pare davvero un paradosso - ha detto Borghetti - che i nostri figli, che abitano in un paese collinare e vanno a scuola a piedi passando fra grandi impianti di albicocche, debbano mangiare frutti spagnoli. Si parla tanto di freschezza, di tipicità, di qualità, e ai nostri bambini vengono date albicocche confezionate 7 giorni prima, quindi raccolte almeno 8-9 giorni fa".

E' da supporre che questa confezione di albicocche spagnole non sia un caso isolato, ma faccia parte di un lotto di fornitura ben più ampio. Abbiamo chiesto spiegazioni all'aggiudicatario del lotto, vale a dire la Op Kiwisole della provincia di Roma.

Pier Giorgio Rondoni, referente amministrativo, con molta disponibilità ci ha spiegato che "purtroppo i tempi stretti, a causa della burocrazia e delle assegnazioni, ci stanno costringendo ad azioni affrettate che, non sempre, portano ai risultati che vorremmo. Come in questo caso. Premesso che non è detto che le albicocche spagnole siano peggiori di quelle italiane, anche io, come genitore, ancor prima che come membro amministrativo di una Op, preferirei solo prodotto italiano. Ma, nell'organizzare milioni di confezioni (36 milioni in totale, cfr. FreshPlaza del 14 aprile 2017) capita che l'unico fornitore in grado di garantire in tempi rapidi volumi simili sia estero".

Di certo, rimane l'amaro in bocca e, secondo il genitore, non solo in senso metaforico. "Sono albicocche piccole, brutte e appassite. I bambini non sono di certo invogliati a mangiarle. Una politica simile porta ad allontanare i ragazzini dalla frutta, non ad avvicinarli".