Ricercatori rivelano quanto sia difficile districarsi tra le norme UE sui claim salutistici
Lo studio, guidato dalla P.ssa Monique Raats dell'Università del Surrey insieme a ricercatori sloveni e danesi, ha evidenziato che le regole europee sulla pubblicità di benefici salutistici degli alimenti, creano ostacoli ai produttori che intendano dimostrare proprietà benefiche dimostrate scientificamente.
Il regolamento europeo sui cliam salutistici (Nutrition and Health Claims Regulation (NHCR) 2006: European Commission No. 1924/2006) ha stabilito, per la prima volta, un quadro comune per tutti i paesi dell'UE. I ricercatori però avvisano, in specie considerando gli articoli 13.5 e 14.1 del regolamento, che dimostrare gli effetti salutari di un alimento risulta in pratica molto difficile e costoso.
"Perfino un'accurata documentazione scientifica e il parere favorevole dell'EFSA non garantiscono l'autorizzazione all'uso di un health claim, in quanto l'ultima parola spetta ai dicasteri per la salute pubblica o a questioni sanitarie", dice Igor Pravst dell'Istituto per la nutrizione di Lubiana, in Slovenia
Liisa Lähteenmäki, professoressa presso l'Università di Aarhus, in Danimarca, afferma che solo le imprese che operano con strategie a lungo termine circa innovazioni sul fronte della salute saranno avvantaggiate solo quando si troveranno nella condizione di comprovare una data affermazione salutistica.
La Prof.ssa Rosalind Malcolm del'Università del Surrey, che ha lavorato sugli aspetti normativi, ha scoperto che da parte delle autorità nazionali c’è una buona comunicazione che potrebbe essere usata per fornire maggiori informazioni alle industrie circa il processo da seguire per comprovare un dato claim salutistico.
Tutti questi studi sono accorpati nel progetto REDICLAIM, finanziato dall'UE, e finalizzato proprio a quei claim salutistici alimentari, collegati alla riduzione del rischio di patologie.