La Campania e' il secondo bacino fragolicolo nazionale
La Campania è il secondo bacino fragolicolo nazionale con 856 ettari, il 5% in più rispetto al 2016, annata molto produttiva. "Quest'anno purtroppo i danni da gelo non si sono limitati ai fiori, ma negli impianti tardivi sono andati un po' più in profondità, per cui si stima un calo di produzione che va dal 30 al 40% nello stesso arco temporale".
Per quanto riguarda la distribuzione varietale, il 66% è incentrata sulla cultivar Sabrina; seguono poi a molta distanza Melissa (10%), in evoluzione date le sue potenzialità produttive, Nabila (7%), Florida Fortuna (6%), Sabrosa a marchio commerciale Candonga® (3%), Amiga, Ventana e altre (complessivamente l'8%). "Chiaramente la scelta della fragola - continua Capriolo - è supportata dalla presenza della coltura in ogni mese dell'anno. Esistono infatti fragole unifere e rifiorenti".
Molti lamentano un'eccessiva frammentazione nel parco varietale della fragola in Italia. Abbiamo chiesto al dott. Capriolo, cosa ne pensa. "Contrariamente a quello che avviene al Sud Italia, nelle aree del Nord effettivamente c'è questa frammentazione, cioè le varietà sono abbastanza diversificate. Infatti, in Italia, sono attivi diversi programmi di miglioramento genetico sia pubblici che privati, tutti finalizzati a creare delle varietà a basso fabbisogno in freddo, adatte alle aree meridionali".
"Nel 2008 - continua il ricercatore - avevamo licenziato la varietà italiana Nora, adatta sia gli areali del Nord che gli areali del Sud; infatti era abbastanza diffusa in Sicilia e diffusissima nel Veronese. Poi è stata sostituita dalla Florida Fortuna, ben più produttiva. Ed è proprio questo il nostro lavoro, cioè creare delle varietà non solo adatte in particolar modo alle aree meridionali, ma che sposino sia le caratteristiche produttive sia quelle qualitative".
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Giuseppe Capriolo
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81100 Caserta (CE)
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