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Italia terzo Paese esportatore di asparagi in Europa

Le movimentazioni di prodotto italiano verso i mercati esteri continuano a crescere, a conferma del forte trend espansivo per l'asparago degli ultimi anni.

L'export totale di asparagi nel 2016 ha superato le 8.500 tonnellate complessive, centrando il volume maggiore del recente storico, ben il 40% in più rispetto al quantitativo, già consistente della precedente stagione.

Ancor maggiore la variazione positiva del valore che, attestandosi a quasi 29 milioni di euro, sale del 50% rispetto all'elevato 2015, effetto anche del posizionamento del prezzo medio che con circa 3,40 €/kg, risulta tra i valori più elevati del decennio.

Questo progresso delle movimentazioni consente all'Italia di salire al terzo posto in Europa tra gli esportatori di questa referenza, dietro solamente a Spagna e Paesi Bassi.

Il commercio estero: principali destinazioni
La Germania rimane il principale mercato di sbocco per il nostro prodotto, nonostante rappresenti il primo produttore europeo con oltre 20.000 ettari coltivati; nel corso del 2016 sono state inviate oltre 3.200 tonnellate di prodotto italiano in questo Paese, ben il 38% del totale.

Si conferma al secondo posto la vicina Austria con quasi 1.500 tonnellate, il 17% dei volumi totali, in forte espansione con +33% sul 2015.

Tra le prime 10 destinazioni raggiunte, anche quelle che seguono i due paesi sopra menzionati hanno assorbito maggiori volumi di prodotto italiano rispetto alla precedente stagione, contrassegnando quasi sempre il massimo storico. Da segnalare le buone performance verso Svezia, Svizzera, Francia e Regno Unito mentre più costante è stato il volume diretto in Danimarca.



Le importazioni di asparago in Italia
A fronte di una crescita delle esportazioni, nel 2016 l'Italia ha importato limitati quantitativi di prodotto estero. Con poco meno di 3.900 tonnellate di asparagi, l'import è sceso sul valore storicamente più basso del recente passato, pari al -23% rispetto all'elevato 2015. Il dato 2016 appare inferiore di circa 5 punti percentuali anche rispetto alla media 2012-2014.

Con quasi 14,7 milioni di euro, il valore complessivo scende del 20% sull'anno precedente, mentre il prezzo medio (3,78 euro/kg) stabilisce il posizionamento più elevato dello documentato di recente.

I fornitori esteri però mostrano andamenti opposti nel confronto con la stagione 2015. Sicuramente la forte flessione delle movimentazioni in entrata del prodotto spagnolo, a causa di una contenuta offerta soprattutto nella fase iniziale della stagione, (meno di 1.500 tonnellate il -27% sul 2015) ha una forte influenza, essendo la Spagna il primo venditore di asparagi nel nostro Paese.

 In ripresa le entrate provenienti dalla Grecia (12% del totale) e ancora in espansione il prodotto olandese (il 15% del totale con prodotto più distribuito lungo tutta la stagione). Al contrario, forte calo del prodotto in arrivo sia dalla Francia che dopo l'elevato 2015 ritorna su quantitativi medi, che dalla Germania.

In contro-stagione rispetto all'offerta italiana, l'import di asparago dal Perù ma anche dal Messico è risultato anch'esso molto inferiore rispetto agli ultimi anni.

Gli acquisti delle famiglie
All'interno del comparto orticolo gli asparagi sono fra le specie che maggiormente stanno cavalcando l'onda positiva dei consumi. Nel panel GfK Italia che monitora l'andamento degli acquisti per il consumo domestico delle famiglie italiane, gli asparagi nel 2016 incrementano del +13%, raggiungendo la quota di circa 23.000 tonnellate. Il trend positivo per questo ortaggio lo possiamo confermare anche nel medio periodo grazie al +19% del 2016 sul 2012 quando si superavano di poco le 20.000 tonnellate.

Inizio stagione 2017
Per quanto riguarda l'andamento delle raccolte nel 2017, i primi stacchi sono iniziati da qualche settimana negli impianti sotto serra della Campania, Lazio e nel Veneto. E' attesa una lenta progressione delle raccolte nelle asparagiaie pugliesi a pieno campo già durante questa settimana. Le quotazioni dei prezzi erano risultate interessanti dopo una primissima fase iniziale con prezzi sostenuti.

Le superfici della coltivazione appaiono in lieve aumento in Emilia Romagna, Veneto e Lazio mentre, a conferma della robusta espansione in atto, salgono ancora fortemente in Puglia; risultano pressoché costanti nella regione Campania. Nel complesso, le superfici in Italia si avvicinano ai 10.000 ettari (stime CSO Italy).

Fonte: CSO per FreshPlaza
Data di pubblicazione: