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Gli ostacoli che ancora frenano la ripresa italiana secondo il rapporto Ancd Conad

Non c'è molto di cui stare allegri per quanto emerso ieri a Roma in occasione della presentazione del X Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad.

Burocrazia, mancata concorrenza, illegalità e corruzione. A più di otto anni dall'inizio della crisi economica, sono ancora questi i legacci che impediscono all'Italia di ingranare la marcia della ripresa.

Confindustria attribuisce alla burocrazia un costo del 4 per cento del Pil e all'insufficiente concorrenza un altro 11 per cento. Se poi la corruzione fosse portata al livello di quella spagnola il Pil potrebbe crescere dello 0,6 per cento.



L'Italia nella classifica delle liberalizzazioni
Nell'Indice delle liberalizzazioni 2016 dell'Istituto Bruno Leoni l'Italia totalizza 70 punti su 100. Siamo lontani dai 94 punti della Gran Bretagna, gli 80 della Spagna, i 79 dei Paesi Bassi.

Mentre il Ddl concorrenza 2015 è fermo in Parlamento da più di due anni, alcuni settori economici restano imbrigliati da inutili vincoli di natura corporativa, e attendono una spinta liberalizzatrice che elimini barriere alla vendita per liberalizzare i prezzi.



L'Italia nella morsa della burocrazia
Nella relazione 2015-2016 sulla competitività globale del Forum economico mondiale, l'inefficienza della burocrazia è considerata il principale ostacolo all'attività commerciale e imprenditoriale in Italia. Contemporaneamente l'eccesso di norme spesso in conflitto tra loro concorrono a rallentare i processi imprenditoriali, costringendo le imprese a continui stop&go. E' necessario che l'Italia recuperi efficienza che le consenta di scalare le classifiche che la vedono al 65esimo posto nel rapporto "Doing business".



L'(in)certezza del diritto
Con una media di 608 giorni, l'Italia è al terz'ultimo posto nell'Unione Europea per lunghezza dei processi di prima istanza civili e commerciali. Sono tempi che non consentono la rapida definizione dei contenziosi che possono riguardare le imprese, e che scoraggiano gli investimenti. Ogni imprenditore ha necessità di operare in un sistema organizzato con regole certe e condivise, efficiente, semplice e fruibile, che garantisca a tutti le medesime condizioni per competere lealmente in un mercato libero.

La mancanza di questi requisiti genera incertezza, ritardi nella definizione delle procedure burocratiche e rischia di alimentare fenomeni di illegalità diffusa.

Vogliamo parlare anche della corruzione?
Secondo la ricerca Corruption Perceptions Index 2016 di Transparency International, l'Europa continua ad essere tra i continenti più virtuosi, in termini di livelli di corruzione, con Danimarca, Finlandia, Svezia, Svizzera, Norvegia, Paesi Bassi e Germania tra i primi dieci Paesi più virtuosi.

L'Italia, però, arriva solo decine di posizioni dopo, con un punteggio di 47, sotto la media globale di 43, nonostante sia migliorata di 3 punti rispetto al 2015. Davanti a noi anche Ungheria, Giordania, Romania e Cuba.
Data di pubblicazione: