Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il commento di Roberto Giadone (Federazione biologico di Confagricoltura Ragusa)

Zucchine: non si puo' pretendere di pagare una primizia invernale allo stesso prezzo del prodotto estivo

"I produttori stanno diventando il capro espiatorio della situazione attuale: non si comprende infatti a pieno il danno che stiamo patendo. Quasi volessimo nascondere al mercato le nostre zucchine per non venderle". Così a FreshPlaza Roberto Giadone (nella foto sotto), presidente della federazione biologico di Confagricoltura Ragusa.

"Abbiamo registrato tre eventi con tre specifiche peculiarità: la virosi (cfr. FreshPlaza del 18/10/2016), le gelate e, da ultimo, le piogge alluvionali. E' andato distrutto il 75-80% della produzione. L'enorme danno diventa più tangibile se si pensa che l'80-90% della produzione di zucchino invernale in Italia è prodotto nell'area sud-est della Sicilia".




"Nel periodo settembre-novembre 2016, il danno accertato causato dalla virosi è stato (ed è infatti) non inferiore al 40% per lo zucchino convenzionale e del 55% per il biologico. Tale virosi non si è fermata con il sopraggiungere delle basse temperature, ma perdura ancora oggi seppure con un'incidenza del 10%. Con l'arrivo del gelo di inizio gennaio 2017, un ulteriore 35% delle produzioni è andato distrutto; fino alle piogge alluvionali del 22 e 23 gennaio che si sono portate via un ulteriore 20% di zucchine e hanno danneggiato il 25% delle colture in pieno campo di carota e patata novella".



Tutto ciò sta creando un grosso danno agli agricoltori, che nel sud est della Sicilia hanno avuto e continuano ad avere una resa nella raccolta di circa il 60-70% in meno. Per questa zona, la coltivazione di zucchina in pieno campo rappresenta quasi l'unica fonte di reddito agricolo per i mesi da ottobre e maggio; al contempo, la fascia costiera produce buona parte del fabbisogno nazionale del prodotto. "Non dobbiamo dimenticare che negli stessi mesi la virosi aveva distrutto il 30% delle coltivazioni di pomodoro nella stessa zona, con conseguente calo di resa nelle raccolte e aumento dei costi di produzione e maggiore incidenza del peso dei costi fissi e delle spese generali aziendali".



"Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: noi abbiamo avuto il 65% in meno di zucchine e il prezzo risulta attualmente doppio rispetto all'anno scorso, da circa 2 euro, ora è 4 euro. Considerando l'ammanco di produzione, anche se quello che resta lo si vende al doppio, non si potranno mai coprire i costi. Quindi al momento non è che gli agricoltori stiano aumentando i prezzi perché vogliono avere lo stesso guadagno degli anni scorsi; le quotazioni rincarano perché anche solo per raccogliere un chilo di zucchine il costo è di circa 2 euro".

Giadone sottolinea inoltre che molte catene della grande distribuzione stanno togliendo dall'assortimento alcuni prodotti che ritengono troppo cari - "fatto negativo per i produttori" - e, confermando gli ultimi dati CSO, evidenzia che in Italia, a causa dei prezzi bassi nel periodo invernale, c'è stato un progressivo calo di areale destinato a zucchina, anno dopo anno, con punte del -9% (2012) e -5% (2014).



"Non si può pretendere di pagare una primizia invernale allo stesso prezzo del prodotto estivo - conclude Giadone - e quindi, gli agricoltori che non guadagnano producono sempre meno".