Sì, perché la superficie di pianeta destinata all'agricoltura non può estendersi ulteriormente, e allora la produzione deve diventare intensiva, deve potersi adattare a ogni tipo di ambiente, ma garantendo la sicurezza e salvaguardando la biodiversità.
Attraverso approfonditi studi tecnici e di mercato, si è arrivati quindi a concretizzare il progetto Sfera-Waterfood: una serra idroponica altamente efficiente nata dal miglioramento sensibile delle attuali tecniche di coltivazione fuori suolo. Inoltre, il progetto coinvolge in un sistema integrato anche gli aspetti inerenti la produzione, la commercializzazione e la distribuzione.
Non ultimo, con Sfera si vuole recuperare l'autenticità dei sapori e le proprietà nutritive delle specie originarie: "In passato si è scelto di privilegiare varietà resistenti alle malattie, agli urti, o semplicemente che durassero di più sullo scaffale", spiega Galimberti, "tutto ciò a discapito di caratteristiche come il profumo e il sapore. Grazie agli accordi con la GDO potremo ricominciare a lavorare varietà di ortaggi che negli ultimi anni erano scomparse".
Al di là dell'ambizione e della portata che ne contraddistingue la vision, Sfera è pur sempre una startup, la prima di un nuovissimo incubatore e acceleratore d'impresa locato in provincia di Grosseto: BeeCo Farm. Si tratta di un laboratorio dell'innovazione specializzato in tecnologie per l'agricoltura, dove attraverso un modello operoso e collaborativo, come quello delle api da cui prende il nome, si vuole dare risposte concrete e integrate con il tessuto produttivo del territorio.
"Per poter migliorare il trattore e l'aratro servono la conoscenza del campo, delle sue logiche e dinamiche, come pure la padronanza delle logiche dell'innovazione", tende a precisare Galimberti, che di BeeCo Farm è presidente. Il messaggio che sottintende è chiaro: un modello di sviluppo che parli la lingua della terra, e non soltanto quello di app, web e social, che pure hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione e nella creazione di network e opportunità.
Se il progetto Sfera non è solo un bel sogno, ma una realtà pronta a materializzarsi, lo si deve soprattutto all'incontro tra Galimberti e il fondo di investimento Oltre Venture. "Con il Team di Oltre ed il Ceo Lorenzo Allevi c'è stata subito molta intesa sul progetto", racconta l'imprenditore, "a loro è piaciuto da subito, e insieme è stato possibile centrare una mission condivisa.
Non solo un partner finanziario, Oltre Venture rappresenta un valido team di professionisti che hanno saputo apprezzare e valorizzare alcuni aspetti del progetto, come l'importanza dell'impatto sociale sul territorio, sulle persone che faranno parte dell'azienda e su tutti gli stakeholders".
Lo stato dell'arte attualmente vede la scelta ormai prossima del sito che accoglierà la prima Sfera in provincia di Grosseto: 13 ettari di estensione per circa 12 milioni di euro di investimento, nella quale si produrranno 5 varietà di pomodori, insalata, e fragole, e che darà occupazione a più di 90 persone, questi i numeri a regime.
Sfera parte sin da subito per affermarsi sul mercato e non come esperimento. Il lavoro svolto nel corso degli ultimi 6 mesi è stato quello di analizzare i competitor nazionali e internazionali, per realizzare un modello che da subito abbia elevate performance.
"Se verranno confermati i dati di previsione si procederà con il piano che prevede la costruzione di altre quattro Sfere in Italia, sempre privilegiando provincie sulle quali impattare positivamente" conclude Galimberti. "L'entusiasmo del board e del team di progetto è al massimo, infatti partiamo sin da subito con l'obiettivo della quotazione in borsa entro 5 anni".