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Alla Mostra pomologica di Acireale (CT), anche Salvo Laudani (Fruitimprese) che ribadisce l'importanza di innovazione varietale e portinnesti

"Agrumi da "collezione" per rilanciare il Made in Sicily"

Il 24 marzo il Centro di ricerca per l'Agrumicoltura e le colture mediterranee (CRA-ACM) di Acireale, in provincia di Catania, ha organizzato una ricca Mostra Pomologica degli Agrumi.



Tutte le selezioni di agrumi più promettenti, presenti nella collezione del CRA-ACM, e le innovazioni di prodotto sviluppate presso il Centro sono state esposte nella sala conferenze "Giacomo Lanza".


Arancia Tarocco Vitale Nuc.

Nell'ambito della Mostra, è stato anche organizzato un workshop durante il quale Paolo Rapisarda, direttore del CRA-ACM, ha evidenziato il ruolo della ricerca e l'importanza delle scelte varietali, in vista dell'avvio della nuova programmazione UE 2014-2020 che contiene misure di aiuto mirate alla riconversione degli agrumeti colpiti dal virus della Tristeza.


Arancia Navel Washington CRC 3033 mutazione a frutto bronzato.

Sono seguiti interventi dei ricercatori del Centro e di alcuni esperti e tecnici presenti in sala.

Giuseppe Reforgiato Recupero
ha spiegato le tecniche di miglioramento genetico, di selezione clonale e di incroci utilizzate per ottenere le nuove cultivar che oggi costituiscono l'offerta varietale del CRA-ACM.

Marco Caruso, invece, ha parlato dei principali portainnesti diffusi nel panorama nazionale e internazionale e mostrato il programma attuale di breeding del Centro relativamente ai portinnesti.



La collezione di germoplasma è stata illustrata da Giuseppe Russo, che ha anche presentato le innovazioni varietali. Tra queste spiccano il "Tarocco Fondaconuovo" (nella foto sotto), che si caratterizza per la lunga permanenza del frutto sulla pianta, e altri cloni promettenti di Tarocco che si distinguono per una intensa pigmentazione della polpa e della buccia.



A conclusione degli interventi, il professore Eugenio Tribulato, già ordinario di Agrumicoltura dell'Università di Catania, ha ricordato come non esista il portinnesto ideale e quanto sia importante saggiare l'ipobionte nei diversi ambienti di coltivazione.

Corrado Vigo, presidente della Federazione degli Ordini dei dottori Agronomi e Forestali della Sicilia, ha proposto un protocollo d'intesa con il CRA-ACM per valutare, in differenti ambienti di coltivazione, i portinnesti e le nuove varietà sviluppate dal Centro di Acireale. Il professore Antonino Catara ha auspicato invece una "nuova agricoltura", che veda una ricerca indirizzata non solo alla genotipizzazione delle accessioni in prova, ma anche allo studio dei virus e delle fitopatie.

La conclusione dei lavori è stata affidata alla professoressa Alessandra Gentile, sub-commissario CRA e prorettore dell'Università di Catania, la quale ha ribadito la necessità di fare sinergia tra le varie Istituzioni e l'importanza fondamentale del rapporto con le imprese, per cercare di dare risposte alla forte domanda di ricerca e innovazione che proviene dal settore.


Salvo Laudani, a sinistra, con Giuseppe Russo.

Alla giornata ha partecipato anche Salvo Laudani, marketing manager di Oranfrizer che, come presidente di Fruitimprese Sicilia, ha sottolineato in più occasioni l'importanza della ricerca per riqualificare il comparto agrumicolo regionale.

"Questi incontri - ha detto Laudani a FreshPlaza - rappresentano un importante momento di confronto e anche di dialogo tra i diversi soggetti scientifici che ora comunicano tra loro molto di più".

"Se lo sviluppo di nuove varietà commerciali di agrumi è essenziale, ma richiede una intensa attività di ricerca e di selezione degli ibridi più interessanti, altrettanto determinante è lo studio dei portinnesti, non solo per individuare i soggetti tolleranti al virus della Tristeza, ma anche quelli più performanti in termini produttivi nei terreni calcarei delle nostre zone".

"Ed è anche molto incoraggiante sapere che i portinnesti studiati dal CRA di Acireale sono testati anche da altre istituzioni straniere e viceversa - ha concluso Laudani - Un lavoro che insieme all'attività vivaistica, alle scelte varietali e alla riconversione, potrà renderci di nuovo competitivi".