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Presentate ieri a Verona le stime del CSO, che per l'Italia prevedono solo un +2% rispetto allo scorso anno

Kiwi: produzione italiana 2014/15 in linea con la stagione precedente

Sono state presentate ieri sera, 8 ottobre 2014, presso la sala convegni dell'ortomercato di Verona le previsioni del CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara) sulla campagna 2014 del kiwi.



Secondo i dati diffusi da Elisa Macchi, direttore del CSO, la campagna di quest'anno si attesterà su livelli molto simili rispetto allo scorso anno, anche se spuntano differenze sostanziali tra le maggiori regioni produttrici.

"Praticamente – ha riferito Macchi – avremo una situazione che vede l'Italia divisa in due: nelle regioni del Nord una produzione buona, con qualche problema isolato nell'area veronese, mentre in Lazio, Campania e Calabria una produzione in calo, che risentirà dei problemi climatici di quest'anno. Alla fine, in Italia, il quantitativo globale si dovrebbe attestare sulle 437.000 tonnellate, con un aumento di circa il 2% rispetto al 2013. In leggera crescita anche la parte commercializzabile, ovvero i calibri 65 grammi oltre, che rispetto al 2013 sono dati in crescita del 3%, ma sono in calo del 3% rispetto alla media 2009 – 2012."




Analizzando più nello specifico le maggiori regioni produttrici, a livello di superfici coltivate ad actinidia il Lazio rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2013 (-1%, con 7.279 ettari), mentre più sensibile è il calo delle superfici in Veneto (-7% sul 2013, con 3.567 ettari), in Emilia Romagna (-5%, con 3.759 ettari) e in Piemonte (-4%, con 4.823 ettari).

In molte zone, tuttavia, migliorano le rese. In Piemonte il CSO stima un +16% di resa per ettaro rispetto al 2013, in provincia di Verona solo del 3% (causa alcuni problemi di virosi), nel trevigiano +15/20%, a Rovigo poco più che nel 2013 causa i danni da grandine del 2013, in Emilia Romagna un +16%, nel Lazio un –13% rispetto al 2012.

Guardando ad altre regioni ancora, per il Friuli ci si attende un +20% rispetto al 2013, in Calabria è valutato un incremento produttivo dal 10 al 15%, in Campania un –10% nelle rese rispetto allo scorso anno.

Tutto ciò, appunto, genera un'aspettativa di produzione di 437.450 tonnellate, di cui 419.164 commercializzabili, che situano ancora l'Italia come di gran lunga il maggiore produttore dell'Emisfero Nord, escludendo la Cina.

Italia: previsioni di produzione 2014 (Clicca qui per un ingrandimento)


Sul fronte dell'export, un'attenzione particolare è da porre alla Grecia, che con una previsione di produzione del +32% rispetto al 2013, ovvero 125.000 tonnellate anziché le 95.000 tonnellate dello scorso anno, potrà essere un concorrente da non sottovalutare per l'Italia. "Non dobbiamo più pensare – ha infatti sottolineato Elisa Macchi – che la Grecia esporti solo verso l'Europa dell'Est, perché i kiwi greci arrivano anche in Germania e pure in altri paesi del nord Europa. Tra l'altro, con il blocco delle importazioni di ortofrutta imposto dalla Russia, i kiwi greci cercheranno altri canali di sbocco."

Complessivamente nell'Emisfero Nord, considerando le previsioni di Italia (+3%), Francia (+7%), Portogallo (-25%), Spagna (+12%), Grecia (+32%), California (-10%) e Corea del Sud (-15%), la produzione totale dovrebbe attestarsi sulle 665.600 tonnellate, ovvero un +6% rispetto al 2013.

La presente situazione dovrebbe consentire comunque un prezzo abbastanza soddisfacente per i produttori e l'assenza di particolari problemi di commercializzazione. Tuttavia, la stessa Macchi ha avvertito: "E' indispensabile non sedersi sugli allori. Occorre puntare con la massima energia all'export, ampliando ancor di più i paesi coinvolti e consolidando standard qualitativi di prodotto sempre più elevati." In tal senso si sta lavorando all'avvio di negoziati con potenziali future destinazioni del kiwi italiano come Giappone, Vietnam e Messico.

Italia: export di kiwi verso il Nord America. Valori espressi in tonnellate (Clicca qui per un ingrandimento)


Tra i paesi dove le esportazioni di kiwi si sono dimostrate ultimamente in sensibile aumento ci sono il Nord America (+5% negli U.S.A. e +4% in Canada - vedi grafico qui sopra), il Brasile (+19%) e l'Estremo Oriente (+50% - vedi grafico qui sotto).

Italia: export di kiwi verso l'Estremo Oriente. Valori espressi in tonnellate (Clicca qui per un ingrandimento)


"Nonostante la Cina sia il maggiore produttore di kiwi al mondo – ha rilevato la Macchi – esiste una fascia di consumatori cinesi che sono attenti alla qualità delle produzioni europee, superiori a quella locale". Del resto, che il kiwi sia sempre più un frutto da export lo fanno capire anche i dati della sua scarsa incidenza nel paniere degli acquisti al dettaglio in Italia.

Clicca qui per un ingrandimento.


L'actinidia, secondo dati CSO su elaborazioni di GFK Italia, rappresenta in volume solo il 3,2% dei consumi di frutta in Italia (grafico qui sopra).


Da sinistra: Claudio Valente, Elisa Macchi, Lorenzo Tosi e Fausto Bertaiola.

Presenti alla serata di presentazione delle previsioni di produzione anche Claudio Valente, componente della Giunta per l'Agricoltura della Camera di Commercio di Verona e Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio di Tutela del Kiwi.

Patologie del kiwi, arrivano segnali positivi
Nel contesto della presentazione delle previsioni di produzione, Lorenzo Tosi di Agrea è intervenuto anche per fare il punto della situazione su due patologie che hanno interessato il kiwi specialmente nella provincia di Verona: la batteriosi dell'actinidia (agente patogeno PSA) e la cosiddetta "moria del kiwi".


Da sinistra: Lorenzo Tosi e Fausto Bertaiola.

Per quanto riguarda la diffusione di PSA, la situazione odierna è decisamente migliorata rispetto allo scorso anno. Oltre all'efficace trattamento che è stato individuato per prevenire la batteriosi, si è rilevato che i fattori determinanti per le infezioni da PSA sono la pioggia e la bagnatura prolungata delle foglie, specialmente durante le prime fasi di crescita. Se si evita la bagnatura fogliare, installando coperture in nylon, è possibile non solo azzerare la presenza dell'infezione, ma anche fare guarire le piante infette.



Più delicato e ancora da studiare sotto diversi aspetti si presenta invece il problema della "moria del kiwi", concentrata soprattutto nella zona ovest della provincia veronese. Probabilmente questa patologia, secondo le ipotesi (si tratta appunto ancora di supposizioni) riferite da Tosi, è causata da più fattori, che possono individuarsi in funghi, nel sistema di irrigazione a scorrimento (cfr. FreshPlaza del 14/10/2013) e nelle anomalie climatiche.



Al momento, per gli impianti che sono colpiti da questo fenomeno c'è poco da fare. Molto, invece, si può fare per i nuovi impianti, curando con attenzione la fase pre–impianto, apportando sostanze organiche di elevata qualità, prevedendo eventualmente canaletti centrali per lo scolo delle acque e praticando il sovescio del terreno.

Autore: Luca Veronesi per FreshPlaza
Data di pubblicazione: