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Marysa: dopo la serie Sweet, arriva la nuova ciliegia targata Unibo

Si è svolto il 30 maggio 2014 a Vignola, in provincia di Modena, il "Marysa Day", un incontro tecnico riservato alle sole aziende vivaistiche per la presentazione in campo dell'ultima nata in casa UniBo: la nuova varietà di ciliegio Marysa.


Foto di gruppo: insieme ai tecnici-costitutori del DipSA dell'Università di Bologna, i vivaisti provenienti dalle zone cerasicole più vocate d'Italia.

Selezionata dopo sei anni di osservazioni condotte presso i campi sperimentali dell'Università di Bologna, realizzati tra Vignola e Savignano con diversi modelli di impianto, Marysa è una ciliegia medio-precoce che matura qualche giorno prima di Giorgia, a 10 giorni circa da Burlat. In Emilia-Romagna questo significa poter raccogliere a fine maggio-primi di giugno.


Pianta di Marysa allevata a vaso multiasse presso l'Azienda Amidei Rosa di Vignola (MO).

"E' una varietà autofertile - ha spiegato Stefano Lugli (nella foto sotto), costitutore della varietà insieme a Riccardo Correale e Michelangelo Grandi - che possiede il gruppo allelico S3S4'. Molto produttiva, è stata selezionata dalle stesse progenie che hanno dato origine alla gamma delle Sweet, dalle quali si distingue, a parità di grado Brix, per un acidità più elevata, vicina a 12 g/l."


L'albero di Marysa presenta vigore elevato, habitus semi espanso, buona ramificazione.

Diversi i modelli di impianto sotto osservazione: dalle tipologie tradizionali a densità media (500-600 alberi/ha) con portinnesto vigoroso (Colt) e forme di allevamento a parete (bandiera) e in volume (vasetto multiasse), a quelle innovative ad alta densità (1.250 alberi/ha) con portinnesto nanizzante (Gisela 6) e forma di allevamento a palmetta stretta.



"Raccomandiamo l'utilizzo di portinnesti medio-vigorosi - ha aggiunto Lugli - su cui la varietà si comporta meglio. In questo caso, la densità d'impianto ottimale è di 600-700 piante per ettaro."

"Per il produttore, la messa a frutto precocissima di Marysa è una garanzia: su Colt entra in produzione dal 3° anno e, dal 4° anno, la resa è già elevata e costante, attorno alle 14-15 tonnellate per ettaro, con punte fino alle 20-22 ton/ha come nel caso di quest'anno."



Il frutto di Marysa, cordiforme allungato, è di grossa pezzatura: l'80% della produzione è di calibro 28+ con un peso medio di 11-12 grammi. La buccia è di un bel rosso porpora brillante e la lucentezza si mantiene anche posticipando lo stacco, così come la durezza, che cala in modo lineare e mai drasticamente.

Paragonabile alla serie Sweet per la dolcezza, con punte di 17-18 °Brix, presenta elevata acidità (10-12 g/l di acido malico, contro i 6-8 g/l delle Sweet).


La dolcezza di Marysa misurata al rifrattometro: si può arrivare anche a 18 gradi Brix!.

Un'altra peculiarità di Marysa molto interessante per i produttori è la sua discreta tolleranza al cracking.


I filari in prova nella seconda azienda visitata: in questo caso, la forma di allevamento è a parete (bandiera).

Anche nella seconda tappa della visita, l'Azienda agricola Quartieri Nino e Marisa di Mulino di Savignano (MO), Marysa ha dimostrato migliori risultati su portinnesto Colt: più produttiva, anche nell'anno di scarica, soffre anche meno lo spacco.



A conclusione della visita in campo, sono state presentate le strategie di diffusione della varietà da parte dell'Università d Bologna, avviata con la serie Sweet.
In questo caso specifico si parlerà di diffusione su licenza ma non esclusiva, con deposito di privativa comunitaria e marchio commerciale.

"L'idea - ha spiegato ai vivaisti Marco Bertolazzi dell'Ufficio Brevetti dell'Università felsinea - è di partire con la fornitura delle gemme già da questo agosto (a fine giugno dovrebbe essere depositato il brevetto, NdR): 50.000 piante l'anno da suddividere tra i richiedenti".



Le piante per ora sono testate resistenti a 8 virus, mentre per disporre di materiale virusesente occorrerà attendere tre anni.

"L'Università di Bologna - ha specificato Lugli - ha investito prima nella ricerca e poi nella promozione delle nuove varietà di ciliegio, l'intenzione è pertanto quella di continuare a tutelare l'immagine del proprio prodotto."


Stefano Lugli insieme a Nino e Marisa Quartieri. Il nome della ciliegia è stato proprio un tributo del signor Nino alla moglie.

Con il nuovo Ufficio Brevetti, l'Università di Bologna farà anche una serie di controlli accurati per contrastare l'eventuale propagazione illecita delle piante.



I vivaisti presenti si sono dimostrati interessati alla varietà ma, da parte loro, hanno chiesto la possibilità di esportare anche oltre i confini comunitari, il posticipo del pagamento delle royalty a fine anno e l'eliminazione dei diritti di entrata.

Per maggiori informazioni:
Università di Bologna
Knowledge Transfer Office
(Intellectual Property Protection - Intellectual Property Exploitation)
Andrea Ravaioli
Tel.: (+39) 051 2099417
Fax: (+39) 051 2086190
Email: a.ravaioli@unibo.it