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Batteriosi del kiwi: lo stato delle attuali conoscenze sul ciclo della malattia

FreshPlaza ha intervistato il ricercatore e batteriologo Marco Scortichini del CRA di Roma, per un aggiornamento sullo stato delle attuali conoscenze sull'agente patogeno della batteriosi del kiwi: lo Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA).

FP - Cosa sappiamo del ciclo della malattia innescata dal batterio PSA?

MS - Le conoscenze sul ciclo della malattia di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA) su kiwi sono fondamentali per poter ottimizzare le strategie di prevenzione, controllo e lotta nei confronti del batterio.

Sapere quando il microrganismo aumenta le sue capacità di colonizzazione, penetrazione e diffusione nella pianta e tra le piante consente di somministrare in maniera più efficace i vari composti in grado di contenere la sua moltiplicazione e diffusione.


Marco Scortichini del CRA - Centro Ricerca per la Frutticoltura di Roma.

Nel corso degli studi effettuati sul ciclo della malattia di Psa a carico del kiwi giallo nelle province di Latina e Roma, da parte del C.R.A.-Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma, è stato possibile evidenziare che il patogeno ha due momenti di notevole capacità infettiva: in primavera (prima e dopo la fioritura) e a fine inverno (gennaio-marzo).


Le infezioni primaverili sono molto pericolose, in quanto consentono al batterio di raggiungere gli assi legnosi della pianta e di risiedervi.

In primavera, infatti, PSA è in grado di colonizzare le giovani foglie e di muoversi sistemicamente fino a raggiungere, dai tessuti fogliari, il ramo. Una volta colonizzato l’asse legnoso, risulta molto difficile contenere la sua successiva capacità di diffusione nella pianta e nell’actinidieto.


Con forte pressione d'inoculo batterico possono formarsi cancri lungo i cordoni anche in piena estate.

A fine inverno, soprattutto in seguito alle gelate, PSA induce la formazione di estese fessurazioni lungo i cordoni e il tronco. Da tali fessurazioni, frequentemente, fuoriescono essudati contenenti cellule del batterio che, trasportate da pioggia e vento, vanno a colonizzare le gemme, dando così inizio al nuovo ciclo infettivo.

FP - Quale ruolo hanno le tecniche colturali nel favorire od ostacolare la diffusione del batterio PSA?

MS - Durante la stagione vegetativa, alcune tecniche colturali possono favorire la penetrazione del batterio nella pianta o possono contribuire ad aumentare la sua capacità infettiva. Infatti, la legatura dei rami alle strutture di sostegno mediante lacci di gomma può provocare ferite facilmente colonizzabili dal patogeno.

Inoltre, l’irrigazione per aspersione sottochioma aumenta il contenuto di umidità nell’aria favorendo, così, la moltiplicazione del batterio. L’irrigazione localizzata riduce fortemente l’umidità.


Le operazioni colturali, in questo caso la legatura dei rami, possono causare ferite dalle quali il batterio PSA può facilmente penetrare e causare seri danni.

Altre vie d’ingresso preferenziali sfruttate da PSA sono le lenticelle e le cicatrici del peduncolo e delle foglie. Le lenticelle del kiwi sono di dimensioni ampie e, quindi, facilmente colonizzabili dal batterio. Anche le cicatrici del peduncolo del frutto e quelle delle foglie possono essere raggiunte da cellule del patogeno subito dopo la raccolta e durante la caduta delle foglie. Tali aperture naturali vanno adeguatamente protette.

Le operazioni di potatura possono costituire un pericolo per l’ulteriore diffusione del batterio all’interno dell’actinidieto. E’ bene segnalare e potare per ultime le piante che mostrano sintomi da PSA anche di lieve entità. Prima di procedere ai tagli è consigliabile trattare con battericidi in grado di ridurre la presenza del batterio. Anche immediatamente dopo i tagli, bisogna effettuare trattamenti con battericidi. I tagli di diametro superiore ad 1,5 cm vanno subito disinfettati con battericidi e chiusi con mastici protettivi.

I rami infetti tagliati e rimasti al suolo possono ancora per qualche giorno contenere cellule vitali di PSA. Quindi, prima della loro distruzione definitiva preferibilmente con il fuoco, questi non vanno mai trinciati ma subito inattivati con calce spenta, in modo da ridurre le possibilità di diffusione ulteriore nell’impianto.

Per maggiori informazioni:
C.R.A.-Centro di Ricerca per la Frutticoltura
Via di Fioranello, 52
00134 Roma - ITALY
Tel: + 39 0679348102
Fax: + 39 0679340158
Marco Scortichini
E-mail: marco.scortichini@entecra.it
Web: www.atlasplantpathogenicbacteria.it